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“Blitz” di Rendola. Le precisazioni della Questura. Nel dettaglio tutte le violazioni contestate

Il “blitz” di sabato sera delle forze dell’ordine all’interno della villa di Rendola, nella quale era in corso un evento “vintage” che è stato sospeso per alcune violazioni, ha fatto molto discutere e la Questura di Arezzo, nelle ultime ore, ha voluto chiarire i contorni della vicenda. Una serie di precisazioni arrivate anche dopo uno studio approfondito dei numerosi atti e verbali di dichiarazioni che sono stati redatti sabato notte dal gruppo interforze. Da Arezzo hanno confermato che all’interno della struttura, ubicata in mezzo alla campagna, a circa cinquecento metri dall’abitato di Rendola, al posto di una libera attività associativa svolta da un numero ben determinato e ristretto di soci, si stava invece svolgendo una vera e propria attività di pubblico intrattenimento musicale e somministrazione di bevande alcoliche a favore di centinaia di avventori letteralmente censiti al momento dell’ accesso. “ Un’ attività – hanno precisato le forze dell’ordine – che, come anche giustamente lamentato dalle varie associazioni di categoria, finiva per danneggiare in termini di libera concorrenza le attività lecitamente condotte da parte dei gestori di locali pubblici, previo adempimento di oneri non soltanto fiscali, ma anche autorizzatori, ivi compresi l’ assolvimento di numerosi accertamenti tecnici non soltanto in termini di vigilanza ma anche di sicurezza e di prevenzione incendi”. E’ stato poi ricordato che il “blitz” non è stato improvviso, ma preceduto da un servizio di attenta osservazione delle attività che si svolgevano all’interno dell’edificio, interrotto durante il periodo estivo in concomitanza con la sospensione degli eventi organizzati e ripreso in questi giorni, quando si è saputo che sarebbe stato organizzato un “rock’n roll party” per il giorno 17 ottobre. L’operazione è quindi scattata alle 24 di sabato scorso quando a Rendola si sono presentati gli uomini della Polizia di Stato del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Montevarchi in coordinamento con la Compagnia dei Carabinieri di San Giovanni Valdarno, la stazione cc di Levane, il Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’ Arma dei carabinieri, il Comando della Polizia locale, la Direzione Provinciale del Lavoro, l’ Inps, e la SIAE un attività di intervento di polizia amministrativa. Poco prima due operatori rispettivamente del nucleo ispettorato del Lavoro CC e della direzione provinciale del Lavoro si erano presentati all’ingresso e dopo aver pagato regolarmente dieci euro, erano entrati all’interno del locale come semplici clienti. “ In tale veste – hanno aggiunto dalla Questura – gli operatori hanno avuto modo di appurare dall’ interno le attività che vi si svolgevano ed i precisi ruoli degli organizzatori che poi sono stati accertati successivamente. Al momento del controllo – si legge nel comunicato ufficiale – è stato infatti appurato che il locale era presidiato da due dipendenti nella veste di “personale di vigilanza di locali di pubblico spettacolo”, i cosiddetti buttafuori, due ragazze alla cassa, una truccatrice, tre dipendenti presso il locale bar addetti alla somministrazione di bevande, la prima inclusa nel prezzo la seconda previo ulteriore pagamento , mentre altri tre soggetti svolgevano le mansioni di D.J. addetti alla consolle e agli strumenti di diffusione musicale”. I poliziotti hanno poi confermato che in sala c’erano anche gli organizzatori dell’ evento, che sono stati successivamente identificati e ascoltati. Alcuni clienti si sono detti poi convinti di essere all’interno del classico locale di intrattenimento e spettacolo, di cui erano venuti a conoscenza attraverso la pubblicità in rete. “ Non è stata infatti posta in essere nessuna procedura reale di carattere associativo o affiliativo – hanno ribadito da Arezzo – , così come potuto constare di persona anche da parte dei due operatori entrati in incognito poco prima dell’ accesso formale. In tutto e per tutto di fatto quindi la villa, perché di questo si trattava, era predisposta a tutti gli effetti come un normale locale di pubblico spettacolo e di somministrazione di bevande, tanto che non a caso non vi era la presenza di un ben determinato numero ristretto di soci, bensì un flusso indeterminato di persone, 186 per l’esattezza al momento del controllo, oltre agli addetti ai lavori ed ai numerosi clienti che al momento dell’ interruzione dell’ attività hanno lasciato spontaneamente il locale”. Insomma, per le forze dell’ordine all’interno della struttura non si svolgeva un’ attività associativa propria di un circolo privato,, bensì un vero e proprio esercizio di un’ attività di intrattenimento che si avvaleva della prestazione d’ opera non dei propri soci volontari, bensì di terzi. Quindi l’attività si poteva tranquillamente definire di natura imprenditoriale, professionalmente organizzata a scopo di lucro. Le conseguenze sono state immediate e il Commissariato di Ps di Montevarchi ha provveduto a redigere e notificare ai gestore un provvedimento di interruzione immediata dell’ attività e formale diffida a proseguirla per il futuro in mancanza delle autorizzazioni di legge. Ai gestori sono state inoltre contestate le attività illecite di esercizio abusivo di attività di pubblico spettacolo e somministrazione di bevande in difetto della prescritta autorizzazione di pubblica sicurezza. Contestata Infine la mancanza assoluta di un certificato di prevenzione incendi. “ L’ assenza di estintori, la ristrettezza dei locali, le scale non a norma e la mancanza di idonee vie d’ uscita a fronte dei numerosi avventori – si legge ancora nella nota della Questura – rendeva di tutta evidenza l’ estrema pericolosità di quei luoghi per l’ incolumità personale dei giovani avventori che a quel punto sono stati fatti uscire”. Sono in corso di accertamento anche eventuali responsabilità della proprietà dei locali.

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