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Il Valdarno a quasi 50 anni dall’alluvione. Tre casse di espansione realizzate. In arrivo l’innalzamento della diga di Levane

Era il 4 novembre 1966. Una data rimasta nella mente dei giovani di ieri e degli adulti di oggi. Una data stampata nei libri di storia e legata ai capricci di un fiume che provocò disastri in mezza Toscana, uscendo dagli argini in più punti e inondando campagne e città, Firenze compresa. Anche il Valdarno pagò un dazio pesante all’alluvione, con Montevarchi e San Giovanni trasformate in un mare di fango. L’Autostrada del Sole fu chiusa nel tratto valdarnese e anche la Ferrovia fu interdetta al transito dei treni. Insomma una tragedia naturale che a distanza di quasi mezzo secolo nessuno ha dimenticato. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, e parecchia, in tutti i sensi, e il Valdarno Superiore ha eretto qualche barriera in più a propria difesa. Nessuno può dire con esattezza cosa succederebbe nel caso si verificassero le stesse condizioni del ’66. Quel che è certo è che di lavori ne sono stati fatti. Altri però, sono ancora da realizzare. Partiamo da quello che già c’è. Tre le casse di espansione realizzate negli ultimi anni: quella di Ambra, che ha una capacità di invaso di 1.000.000 di mc, quella de La Penna di Terranuova (500.000 mc) e quella di Riofi (200.000 mc). In via di ultimazione la cassa di espansione sul Lusignana, mentre devono essere ancora realizzati gli invasi di Scrafana, Pestello e, in parte, quello de Le Padulette. C’è poi la questione dighe. Come ha ricordato l’ex assessore provinciale alla difesa del suolo, il valdarnese Antonio Perferi, l’Enel ha elaborato il progetto definitivo legato all’innalzamento della diga di Levane. Un intervento da sedici milioni di euro che, per partire, ha bisogno della procedura di Via, la valutazione di impatto ambientale. “I soldi ci sono –ha detto Perferi -. E ci sono pure quelli che prevedono l’arginatura della zona industriale di Laterina, per la quale serviranno quasi quattro milioni di euro”. Insomma, un investimento complessivo da venti milioni di euro che consentirà, in primis, di innalzare la diga di Levane da 167,5 a 172 metri.

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