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Liste di attesa per l’oculistica alla Gruccia. La vicenda approda sui banchi del consiglio regionale

E’ finita in Regione la vicenda legata alle liste d’attesa per l’oculistica all’ospedale di Santa Maria alla Gruccia. Argomento emerso nelle ultime ore dopo la presa di posizione del responsabile nazionale sanità della Lega Nord Costantino Ciari. E sono stati proprio due consiglieri regionali del Carroccio, il capogruppo e membro della Commissione Sanità Manuel Vescovi e Marco Casucci a sollevare la questione all’interno della massima assise toscana, grazie ad un’interrogazione che sarà presentata nella prossima seduta alla giunta regionale. I due leghisti, dopo aver ricordato che alla Gruccia non è più possibile prendere un appuntamento per una visita oculistica almeno fino al mese di gennaio del 2016 e aver rilevato il prefetto funzionamento del reparto, hanno chiesto un intervento del governo regionale. “Appare evidente l’incapacità della Asl 8 ad una programmazione seria ed attenta – si legge nell’interrogazione -dal momento che si è dovuto attendere la fine del 2015, quando oramai il sistema si avviava al collasso, per affrontare il problema e cercare di porvi rimedio”. I due consiglieri hanno poi aggiunto che la normativa regionale prevede che la prestazione possa essere erogata all’interno dell’area della Asl. Con la riforma introdotta dalla nuova legge regionale 28/2015 e con l’istituzione delle tre mega-Asl, c’è quindi il rischio che la sede della visita possa essere spostata in una qualsiasi zona della Asl Sud-Est, composta dalle province di Arezzo, Siena. “In più di un’occasione il Governatore Rossi ha manifestato l’intenzione di voler affrontare con decisione il problema delle liste d’attesa – ha proseguito la Lega Nord -. Senza dimenticare che la Regione Toscana ha varato un piano che prevede il loro abbattimento, con un finanziamento complessivo di dieci milioni di euro. Chiediamo quindi
quali iniziative la giunta regionale ha intrapreso o vuole intraprendere per ovviare a queste criticità e se non ritiene di prevedere una modulazione di domanda ed offerta nelle strutture e nel territorio, una previsione di risorse umane e strumentali adeguate ed un’integrazione a pieno titolo e con pari dignità del pubblico con il privato nell’erogazione delle prestazioni sanitarie”.

 

Immagine tratta dal portale www.toscanaoggi.it

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