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Sta per nascere il primo stabilimento termale della storia del Valdarno. A Bucine si lavora per il progetto. Gli aggiornamenti

La macchina è in moto e continua a viaggiare. Il traguardo non è poi così lontano e le tappe intermedie hanno fornito risultati incoraggianti. Entro la fine del 2016 sarà pronto il progetto esecutivo e i lavori potrebbero partire nel 2017. Parliamo del nuovo centro termale che dovrebbe sorgere a Villa Leccarda, nel comune di Bucine, al confine con Castelnuovo Berardenga. L’idea c’è, il progetto pure, manca la conclusione dell’iter amministrativo e urbanistico, che stanno portando avanti congiuntamente i comuni di Bucine e Castelnuovo Berardenga. L’amministrazione guidata da Pietro Tanzini sta completando la variante al piano strutturale. Termine previsto, giugno. Si tratta infatti di un’area che deve essere inserita nella previsione di piano urbanistico. Ma ci sono ulteriori aggiornamenti e molto importanti. I due comuni, insieme al soggetto investitore stanno infatti esaminando le potenzialità di attingimento dell’acqua e questo mese di dicembre si stanno completando le prove di emungimento. La quantità di acqua necessaria per mettere in funzione l’impianto termale deve essere tale da consentire uno sviluppo futuro. Il riferimento non è solo al mantenimento e al potenziamento dello stabilimento di Bucine ma, eventualmente, anche alla realizzazione di una struttura analoga nel vicino comune di Castelnuovo. “Le prove – ha detto soddisfatto il sindaco Tanzini – stanno dando ottimi risultati perché i gradi di calore registrati nell’emungimento sono superiori di una o due gradi rispetto a quanto previsto”. Dopo aver ricordato che l’opera non comporterà la costruzione di nuovi immobili (“la variante non lo prevede. Bisognerà fare con i volumi che ci sono”), il primo cittadino di Bucine ha sottolineato come il nuovo centro termale de La Leccarda potrebbe imprimere una svolta decisiva ad un turismo che già rappresenta una risorsa importante per il territorio. “ Basti pensare – ha detto il sindaco – al giovamento che potrebbe trarne la struttura riservata ai giocatori di polo, che sorge proprio in prossimità del futuro stabilimento. Ma tutte le nostre strutture ricettive potrebbero comunque beneficiarne”. Del progetto si parla ormai dal 2013, quando una conferenza dei servizi organizzata dal comune di Bucine e un’apposita istanza del comune di Castelnuovo Berardenga manifestarono l’idea di sfruttare i circa 2.000.000 di litri d’acqua calcarea che vengono immessi nel torrente Ambra dopo un processo di estrazione di CO2. Acqua riconosciuta di tipo termale con apposito decreto del Ministero della Sanità. Il progetto vede protagoniste due società, la Messer Rivoira, concessionaria dell’acqua e la società Fiordaliso, che in virtù di un accordo con il concessionario vuole sviluppare questa iniziativa imprenditoriale. Questo complesso costituirebbe il primo polo termale nella storia del Valdarno. Il progetto definitivo dovrebbe essere pronto entro la fine del 2016. I lavori, quindi, potrebbero partire l’anno successivo.

 

Le foto dell’ambizioso progetto

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