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Il 2015. Anno complicato per i consumi. L’analisi di Confcommercio. “A Natale vendite pari a quelle dello scorso anno”

Il 2015 era partito bene. Meglio degli anni scorsi. Ma da settembre in poi i consumi sono calati. Novembre è stato un mese fiacco e il Natale, nella migliore delle ipotesi, si è chiuso con un giro d’affari pari a quello del 2014, ma non dappertutto. L’analisi è della presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini, che ha tracciato un bilancio dei consumi in questi dodici mesi, con particolare riferimento ad Arezzo e alle quattro vallate. Proprio nelle aree esterne al capoluogo le perdite sono state più evidenti. Nelle periferie e nei centri minori delle vallate il Natale 2015 ha un bilancio in rosso rispetto a quello 2014, nell’ordine di un -2%. Tra i settori più penalizzati, la moda, a causa soprattutto del clima mite. Abbigliamento e calzature hanno infatti segnato il passo. “In provincia di Arezzo pensavamo di recuperare di più rispetto al 2014 – ha detto la Lapini – . Invece abbiamo retto con fatica le stesse posizioni. Ma dobbiamo essere ugualmente contenti. Sono stati spesi per i regali una media di 385 euro a famiglia, la stessa cifra del Natale 2014, anziché le 389 stimate dall’associazione di categoria a fine novembre”. I consumi, nelle ultime settimane hanno frenato anche per cause esterne, come la paura del terrorismo, l‘incertezza fiscale e la questione bancaria. Ma non è tutto negativo. “Chi entra in negozio – hanno detto alla Confcommercio – ora è più motivato, sa cosa vuole, e nella fascia più alta dei prodotti è diventato più facile vendere. Sarà perché ormai l’informazione corre ed è più facile rendersi conto del rapporto fra qualità e prezzo, ma è cambiato l’atteggiamento dei consumatori: è come se avessero riposto negli acquisti la fiducia che prima riponevano nel risparmio. Chi può, si circonda di cose belle e di qualità”. Sarà comunque difficile tornare ai livelli pre crisi.

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