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Stefano Romito e Rodolfo Mandò. Una passione per il volo trasformata in una domenica di lutto

Sono morti in una giornata che doveva essere di festa e che, per giunta, dal punto di vista climatico, era ideale per volare con l’ultraleggero. Ma il destino era in agguato e il velivolo è caduto sui monti del Pratomagno, non lasciando scampo ai due occupanti, Stefano Romito, 39 anni, nato a Figline Incisa ma residente a San Giovanni Valdarno, (nella foto in alto), pilota militare con una grande esperienza di volo e Rodolfo Mandò, radiologo, di Reggello. I due erano partiti a metà pomeriggio dal campo volo di Valle al Pero, a Cavriglia e dopo aver attraversato il Valdarno avevano raggiunto l’altra dorsale. Per cause al vaglio degli inquirenti, che dovranno ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto, giunto in prossimità di Modine, nel comune di Loro Ciuffenna, l’ultraleggero ha perso quota e si è schiantato in un bosco fittissimo, a circa 3 km dalla piccola frazione montana. Poi, ha preso fuoco. Per i due non c’è stato niente da fare e sono morti all’istante. L’allarme è scattato attorno alle 16,40 e si sono alzati in volo gli elicotteri dei Vigili del Fuoco del reparto volo di Arezzo e Bologna. Si sono diretti in Pratomagno anche i pompieri della caserma di Montevarchi che, giunti a Loro Ciuffenna con i propri mezzi, sono poi saliti sull’elicottero del corpo atterrando in una piccola piazzola, tra i boschi di castagne. Poi, a piedi, dopo 40 minuti e non senza difficoltà, hanno raggiunto il luogo dell’incidente. Per i due, purtroppo, non c’era più niente da fare. Con due estintori hanno spento le fiamme e, dal numero della carlinga, sono risaliti non solo al tipo di ultraleggero, ma anche da dove era partito. In zona anche i Carabinieri, il Corpo Forestale dello Stato e il Gaib di Castelfranco. Anche i cacciatori della zona si sono messi a disposizione per orientarsi nel bosco fittissimo e per consentire alle forze dell’ordine di raggiungere la zona della tragedia. Un’area molto impervia difficile da raggiungere. Stefano Romito, sposato senza figli, era un pilota militare molto esperto, con migliaia di ore di volo. Originario di Figline Incisa, abitava a San Giovanni ma lavorava alla base militare di Pisa, dove guidava i C130. Un lavoro impegnativo, che però non gli aveva fatto perdere di vista la sua grande passione per gli ultraleggeri. Non a caso molto spesso si recava al campo volo di Valle al Pero per volare sui cieli del Valdarno. Era anche volontario della Misericordia. Rodolfo Mandò, invece, era un radiologo e abitava a Pietrapiana di Reggello. Aveva lavorato prima al Serristori e adesso all’ospedale fiorentino di Ponte a Niccheri. Ieri pomeriggio avevano deciso di sorvolare il Pratomagno insieme a Romito. Un volo maledetto, costato la vita a due giovani vite.

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