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Va a piedi da Incisa a Rignano per riportare ad una ragazza il cellulare che aveva perso. La grande lezione di Tom

Una vittoria del genere umano: un gesto tutt’altro che scontato al giorno d’oggi e diciamolo pure anche tutt’altro che semplice. Nessun particolare da anticipare, solo un racconto da seguire. C’è una studentessa che va a scuola a Firenze che vive in Valdarno: sta tornando da scuola in treno come ogni giorno. Scende a Rignano, perché si ferma da un’amica e qui si accorge che non ha più il fido cellulare in tasca. Con l’amica chiama il numero, e risponde una voce giovane, maschile, con accento non certo italiano, anzi, per lui sembra difficilissimo esprimersi nella nostra lingua. “Sono sul treno, il cellulare l’ho trovato io, te lo riporto a Rignano alla stazione alle 14.” Adesso la scena si sposta su Tom, colui che ha sentito lo squillo del cellulare, abbandonato su un seggiolino del treno e che non se l’è sentita di non rispondere. Tom è nigeriano, vive ad Incisa, è senza lavoro e abita da solo.  Dopo aver parlato con la ragazza, si rifocilla a casa e non avendo soldi per riprendere il treno, si fa a piedi il percorso inverso verso Rignano. Arriva dopo le 14, ma grazie al telefonino rintraccia la giovane e le riconsegna il fido smartphone, davanti ai genitori esterrefatti per quel gesto. “Non era mio, perché dovevo tenerlo?”, dice senza esitazione. Il padre della ragazza ha boluto ringraziare pubblicamente il giovane nigeriano per quel gesto, visto che non ha voluto una ricompensa, nemmeno il pagamento del biglietto del treno di ritorno. Tom ha dato a tutti una lezione di umanità difficilmente ripetibile. Chapeau.

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