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Riaprire le piste da sci a Secchieta? Per Pieraldo Ciucchi, ex sindaco di Reggello, si può!

A partire dagli anni ’60 il monte Secchieta, che si trova nell’omonima frazione che divide i comuni di Reggello e di Montemignaio, è stato una località sciistica comprensiva di tre piste per lo sci alpino ed una, più lunga, per lo sci di fondo. Gli impianti sono stati dismessi nel 1988 a causa della mancata concessione da parte del Corpo Forestale dello Stato.
“Il Corpo Forestale ed il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, all’epoca, intervennero giustamente – dice Pieraldo Ciucchi, sindaco di Reggello dal 1980 al 1993 – . All’insaputa del comune di Reggello e delle Comunità Montane del Pratomagno e del Casentino, una volta espletato l’appalto e mentre si stava per consegnare i lavori alla ditta vincitrice, il comune di Montemignaio aveva infatti iniziato un progetto di urbanizzazione e lottizzazione proprio ai piedi della montagna e a ridosso degli impianti di risalita. Come comune di Reggello, insieme alla comunità del Pratomagno ed al dottor Alessandrini, direttore delle agricolture foreste presso il Ministeri – aggiunge Ciucchi – ci attivammo per far recedere il comune di Montemignaio da questo proposito. Così fu in quanto il progetto fu stralciato, ma il Ministero fu inflessibile e dagli anni ’90 di riapertura degli impianti non si è più parlato”.
Oggi risulta percorribile la possibilità di riaprire le piste da sci ma, come ricorda lo stesso Ciucchi, è necessaria un’azione concertativa tra le istituzioni locali e la Regione Toscana, in modo da presentare al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali un progetto complessivo che offra garanzie sul sistema ambientale e forestale della “montagna di Firenze”, della quale Vallombrosa, Saltino e Secchieta fanno parte.
“E’ un progetto sicuramente da esperire e da rilanciare – continua l’ex sindaco di Reggello – . Aspettarsi un aiuto dalla Regione sarebbe sicuramente plausibile dato che, tra il 2015 ed il 2016, l’ente regionale ha fatto investimenti significativi per il rilancio del nostro territorio montano”. Sono stati stanziati, infatti, 650.000 euro per riasfaltare la strada che collega Vallombrosa a Secchieta, mentre in Casentino si è provveduto a riasfaltare la strada tra Montemignaio e Croce Vecchia e quella che da Cetica porta alla, cosiddetta, “panoramica”. “Sono stati interventi importanti per il nostro territorio – prosegue Ciucchi – .Occorre dunque che le amministrazioni ripropongano questo progetto e cerchino sinergie con la Regione”.
Un tentativo, quello di riaprire gli impianti di risalita in Secchieta, che ha generato, oltre a molto entusiasmo, anche numerose critiche, a partire dai primi anni 2000, da parte di organizzazioni ambientalistiche come Legambiente, WWF e Lipu. E’ stato detto, infatti, che una possibile riapertura degli impianti sciistici non avrebbe tenuto conto né dell’ambiente naturale e forestale, nè dell’evoluzione delle condizioni climatiche, che avrebbe comportato, anche in Secchieta, nevicate sempre più sporadiche, attivando sistemi di innevamento artificiale che avrebbero avuto un considerevole impatto ambientale. E’ stato poi ribadito che un simile progetto avrebbe potuto riaprire la strada a nuove speculazioni edilizie sul crinale della montagna, motivo che causò la dismissione degli impianti nel 1988.
“Mi sembrano preoccupazioni esagerate, sicuramente interessate – replica Pieraldo Ciucchi – . La riapertura degli impianti non comporterebbe alcuna prospettiva di riedificazioni, in quanto non sarebbe possibile né sul versante casentinese né su quello reggellese, dato che vi è la nuova legge regionale ad impedirlo. Credo che, con le dovute cautele, la riapertura degli impianti sciistici, ricorrendo anche ad innevamento artificiale, sarebbe perfettamente compatibile con la tutela ambientale. Io poi – aggiunge – non ho sentito nessun “levata di scudi” da parte di queste associazioni quando fu costruito il Parco eolico di Montemignaio, molto più compromettente, dal punto di vista dell’impatto ambientale, rispetto ad un impianto sciistico”.
Dalla riapertura degli impianti, che potrebbe costare al comune di Reggello, all’incirca, 200.000 euro, non ci si dovrebbe aspettare enormi ricadute economiche, tuttavia, per molti, sarebbe fondamentale per rilanciare il turismo nelle aree montane nei pressi di Vallombrosa e Saltino, che negli ultimi anni hanno conosciuto una forte depressione. Un incremento turistico che andrebbe a vantaggio anche del settore alberghiero e delle ricezione e che comporterebbe un’entrata economica, se non enorme, di certo non trascurabile.
“Si potrebbe pensare anche alla costruzione di piste in erba per far fare pratica ai ragazzi, come avviene anche nelle aree alpine, in modo da progettare una riqualificazione ambientale di tutti gli impianti di telecomunicazione e valorizzare la rete dei sentieri Cai, le sorgenti e le strutture esistenti che stanno decadendo e che potrebbero essere recuperati ai fini turistico-ambientali – conclude l’ex primo cittadino di Reggello, con un velo di nostalgia -. Quelle piste videro formarsi migliaia di ragazzi sia nel Valdarno che nel Casentino e negli anni in cui ero sindaco fu avviato, di concerto tra il Comune e le Autorità scolastiche, “il progetto Secchieta”, grazie al quale le scuole portavano i bambini ed i ragazzi a sciare sulle piste. I bambini ed i ragazzi, andando a sciare con gli insegnanti e con i genitori, imparavano ad apprezzare la montagna, a valorizzarla e a rispettarla”.
Così potrebbe essere ancora oggi.

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