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Serristori. I Cobas di nuovo all’attacco: “Non fatevi abbindolare dalle false promesse”

Ancora il Serristori al centro al’attenzione. Dopo l’uscita pubblica della sindaca Mugnai e le rassicurazioni dell’assessore Saccardi, i Cobas sono tornati di nuovo all’attacco, chiedendo ai cittadini di non “farsi abbindolare dalle solite promesse”. Andrea Calò, Domenico Mangiola e Valentina Fontanelli hanno ribadito la necessità di riattivare una mobilitazione popolare e sulla Pediatria hanno annunciato che insieme al Comitato “Salvare il Serristori” , all’associazionismo democratico, alle donne e ai lavoratori, si farà in modo di impedire la chiusura del reparto. Secondo i sindacati, il Direttore Generale  USL Toscana Centro Dr  Gori e l’Assessore Saccardi stanno procedendo a spron battuto a trasformare l’ospedale per acuti in ospedale di prossimità,  anticamera di un grande padiglione predisposto  per la casa della salute. 
“Questa volta – hanno detto  i Cobas – per nascondere alla popolazione e all’opinione pubblica il depauperamento progressivo dell’ospedale si sono mossi tutti:  prima il Segretario provinciale della  federazione italiana medici pediatri (FIMP ), una associazione di  liberi professionisti convenzionati con lo Stato che, con nessun titolo e senza alcun diritto,  si permette di fare blande dichiarazioni allo scopo di confondere le operazioni di smantellamento in atto; poi – hanno proseguito  –  il Direttore Generale USL Toscana Centro, con la solita sequela di numeri attestanti la piccola interventistica   chirurgica della spalla, della mano, della cataratta e un non definita presa in carico medica di pazienti orto-geriatrici: a dimostrazione che oramai è stata del tutto abbandonata la grande chirurgia e gli interventi di urgenza, un colpo letale alle sorti dell’Ospedale per acuti. Infine – hanno continuato i sindacati – l’Assessore Regionale al diritto alla Salute Saccardi  ha riproposto la solita litania inconsistente del potenziamento delle attività,  delle riduzioni delle liste di attesa e del rispetto del patto territoriale sul quale, a questo punto,  abbiamo dei seri dubbi che lo abbia mai letto”.  
Per l’organizzazione sindacale sono poi prive di fondamento le dichiarazioni  fatte dal Dr Valdo Flori, segretario provinciale di FIMP che,  per nascondere lo sfratto della Pediatria, ha riferito  che l’attuale PS Pediatrico è “….un ambulatorio riservato ad una piccola parte della popolazione in età evolutiva, utilizzato impropriamente per patologie non urgenti….”.  In realtà, per i Cobas, non è proprio così. E lo dimostrerebbero i numeri. Gli accessi al Pronto Soccorso, nel 2016, sono stati quasi 1.400 e 519 nei primi tre mesi del 2017.  Lo scorso anno c è stato il 46,2%di codici verdi (urgenza differibile), circa il 40% di codici azzurro e solo l’1% di codici bianchi (accesso improprio).  Numeri che, secondo i sindacati, confermano che, in caso di chiusura della Pediatria, con la scomparsa delle acuzie chirurgiche, ortopediche e cardiologiche,  del Pronto Soccorso non rimarrà che una insegna.
“Questa nostra considerazione – hanno aggiunto Calò&C. – è supportata dai pediatri di famiglia valdarnesi che,  al contrario di quanto riferito dal Segretario provinciale della FIMP,  hanno sempre sostenuto l’importanza e l’efficienza del pronto soccorso pediatrico. Gori & Saccardi sanno bene che se il servizio si regge solo su una unità pediatrica è frutto della loro  politica aziendale e regionale di depotenziare l’ospedale Serristori,  negando che i patti territoriali prevedano l’assegnazione di due pediatri”.
Insomma, per i Cobas non c’è traccia di un  potenziamento delle specialistiche che dia risposte concrete all’attuale vocazione dell’ospedale per acuti,  né tanto meno ai bisogni sanitari della popolazione. Calò, Mangiola e la Fontanelli hanno annunciato battaglia.” Non permetteremo che tutto passi nel silenzio – hanno detto – , e anche se la gestione aziendale  e gli stessi amministratori ce l’hanno messa tutta per screditare l’ospedale,  noi non chiameremo al capezzale dell’ospedale Serristori nessun parlamentare. Dovrebbero intervenire invece, con maggiore autorevolezza, i tre Sindaci firmatari del patto territoriale”.

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