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Premio Strega 2017. Si ferma la corsa dello scrittore Vanni Santoni

Vanni Santoni non sarà al Ninfeo di Villa Giulia il 6 luglio. Non ce l’ha fatta lo scrittore montevarchino ad approdare nella cinquina della 71a edizione del Premio Strega 2017.
“Non credo che sarò io uno di quelli che passerà il turno, ma veniamo a giocare a testa alta”, aveva dichiarato alla vigilia della votazione che si è svolta stasera a Casa Bellonci, nel cuore dei Parioli a Roma.
L’autore valdarnese si è presentato al microfono di Rai Cultura, che ha seguito la serata in diretta Facebook, con l’aria di chi partecipa a una festa, un evento mondano tipicamente capitolino. “Seguo lo spoglio con molta serenità – ha proseguito – perché il mio obiettivo era entrare tra i dodici. Tagliato il traguardo posso assistere a tutte le fasi successive divertendomi. Il romanzo ha avuto ben 5 ristampe in due mesi, oltre 150 recensioni e sta ottenendo ottimi consensi di pubblico”.
Santoni era entrato di slancio nella dozzina con “La stanza profonda”, presentato da Silvia Ballestra e Alessandro Barbero, la prima volta della casa editrice Laterza agli Oscar della letteratura made in Italy.
“Fa parte di una ‘diade’ o ‘dittico’ di libri – ha spiegato – Ero partito con “Muro di Casse” sui rave party e ho scelto la forma narrativa perché mi interessava arrivare a chiunque. Quando mi è stato chiesto un secondo testo ho deciso di raccontare i giochi di ruolo. Apparentemente due fenomeni giovanili antitetici, in realtà con qualche punto in comune perché hanno come fine quello di creare “mondi altri” ed entrambi non sono mai stati rappresentati al meglio dalla stampa nonostante avessero tratti di avanguardia”.
Con 281 voti guida la cinquina Paolo Cognetti con “Le otto montagne”, di Einaudi che ieri si era aggiudicato la quarta edizione del Premio Strega Giovani. Gli altri finalisti sono Teresa Ciabatti “La più amata” (Mondadori), Wanda Marasco con “La compagnia delle anime finte” (Neri Pozza), Alberto Rollo  “Un’educazione milanese” (Manni) e Matteo Nucci “È giusto obbedire alla notte” (Ponte alle Grazie).

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