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Levane: sequestrata pista da cross abusiva sull’Ambra. Operazione dei Carabinieri Forestali

Aveva costruito una pista da cross abusiva nell’area demaniale del torrente Ambra a Levane. Ricade per il 90% su una zona golenale, per un totale di 11.000 metri quadri, sottoposta a vincolo paesaggistico e al divieto di edificabilità assoluta (R.D. n.523/1904). Ora il circuito è stato sequestrato dai Carabinieri Forestali del Gruppo Procura di Arezzo, in collaborazione con il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale e le Stazioni di Carabinieri Forestale di Montevarchi e Monte San Savino.
Il tracciato, che si sviluppa su una lunghezza un chilometro e mezzo, era stato realizzato senza alcuna autorizzazione da un valdarnese socio di una società sportiva che opera nel settore delle competizioni crossistiche.
Per realizzarlo è stato addirittura deviato un tratto del corso d’acqua, determinando, a detta del Genio Civile, “un grave rischio per la pubblica e privata incolumità” e gli inquirenti hanno ipotizzato che proprio la struttura abbia contribuito alle esondazioni del 6 ottobre scorso quando campi, fabbriche e abitazioni in un’ampia porzione della frazione montevarchina furono allagati. Non solo, l’opera illegale ha provocato, stando alle indagini, danni all’habitat fluviale, perchè è stata abbattuta la vegetazione sull’argine e sulle rive del borro e, in conseguenza della deviazione delle sponde, anche la fauna ittica è stata compromessa.
Frequentato da molti appassionati di motocross, il crossodromo abusivo all’occorrenza veniva bagnato con attingimenti dall’Ambra senza gli indispensabili permessi.
Per l’ideatore dell’abuso, che avrebbe sfruttato la pista per ottenere un ingiusto profitto, è scattata perquisizione nella sua abitazione e nella sede del sodalizio sportivo e i militari hanno accertato che per costruire l’impianto e mantenerlo in esercizio erano state utilizzate pesanti macchine da movimento terra.
L’atto di sequestro è stato disposto dal GIP Piergiorgio Ponticelli, che ha riconosciuto come la realizzazione sia avvenuta violando numerosi articoli del Codice Penale.
Per ripristinare la situazione antecedente ci vorranno interventi radicali e una spesa stimata in alcuni milioni di euro.

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