Le terre di scavo della Tav di Firenze tornano al centro della discussione in Valdarno. Dovrebbero arrivare a Cavriglia per creare due colline nell’area di Santa Barbara, ma secondo la Federazione aretina del Partito della Rifondazione Comunista sono rifiuti speciali e vanno essere smaltiti in apposite discariche.
A innescare la polemica il decreto del Presidente della Repubblica del 13 giugno scorso e in vigore dal prossimo 22 agosto, etichettato come “un vero e proprio ‘miracolo’ di fronte al quale anche il buon Dio si sarebbe congratulato e sarebbe rimasto a bocca aperta”.
“Come altrimenti definire – scrivono i responsabili provinciali di RC – la trasformazione degli inerti (rocce e terre) provenienti dal sottoattraversamento Tav di Firenze, impregnati di miscele cementizie, additivi chimici, PVC (polivinilcloruro) bentonite, necessari alla fresa per accelerare lo scavo del doppio tunnel, da rifiuti speciali in sottoprodotti tranquillamente riutilizzabili per le colline schermo a Cavriglia… operata per decreto e quindi con un tratto di penna? Chi può avere l’autorevolezza per stabilire – e come può farlo con milioni di metri cubi di materiale da analizzare e che giungerà a ritmo continuo – quale soglia di concentrazione di inquinanti non deve superare la terra in arrivo dal capoluogo toscano, visto che ne va della salute dei cavrigliesi e dell’ambiente dove vivono? (al di là dei seri problemi di stabilità delle colline artificiali così formate)”.
Rifondazione chiede a Regione Toscana, amministrazione comunale cavrigliese, Azienda Sanitaria Locale e Arpat di far proprio il principio di precauzione e fermare il progetto: “Non barattate il disagio per la salute dei cittadini e la salvaguardia ambientale – proseguono – con compensazioni in denaro per opere pubbliche nel territorio… ché se Nodavia e le Ferrovie danno soldi significa che c’è qualcosa da compensare…”