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Lunedì a Bomba si parlerà del futuro dell’ex area mineraria di Cavriglia

Il futuro dell’ex area mineraria di Cavriglia sarà al centro di un workshop che si terrà lunedì 25 settembre, alle ore 10, presso l’incubatore di imprese di Bomba. Iniziativa legata al progetto “Futur-e”, programma lanciato da Enel per riqualificare i siti di 23 centrali termoelettriche che hanno concluso la loro attività nel sistema energetico. Tra questi siti c’è anche quello valdarnese.
Il convegno, che vede anche il coinvolgimento del comune di Cavriglia, del Politecnico di Milano, delle categorie economiche e delle aziende del territorio, consentirà di esplorare e testare possibili scenari progettuali per lo sviluppo per l’area, emersi grazie a colloqui preliminari avuti in questi mesi. Lo step successivo sarà rappresentato dalla presenza, dal 10 al 13 ottobre, di 70 giovani ricercatori, 50 del Politecnico di Milano e 20 dell’Università di Firenze, che trascorreranno alcuni giorni in Valdarno per studiare ed individuare possibili scenari di sviluppo, in maniera compatibile e integrata con i progetti già esistenti e sulla base di studi del contesto economico, dei piani urbanistici e delle aspettative delle comunità locali.
I progetti saranno sviluppati dai ricercatori entro dicembre. A gennaio verrà poi lanciato un concorso di progetti, che riguarderà le unità dell’area e gli ambiti d’intervento definiti nella prima fase. Le proposte progettuali verranno valutate da Enel, istituzioni e mondo accademico per verificarne l’idoneità rispetto alle aspettative delle comunità locali, dello sviluppo sostenibile del territorio e l’integrazione con il progetto di riqualificazione già in essere.
“Da miniera di lignite utilizzata per produrre energia a miniera di opportunità. Abbiamo sempre creduto che l’area ex mineraria continui a rappresentare una risorsa per il Comune di Cavriglia e per l’intero territorio – ha detto il Sindaco di Cavriglia Leonardo Degl’Innocenti o Sanni – Per la nostra Amministrazione di conseguenza, il progetto promosso da Enel rappresenta un’opportunità unica per integrare i progetti di riassetto del territorio divenuti necessari con l’esaurimento del bacino lignitifero risalente a oltre 20 anni fa”.

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