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Terranuova: 35 esuberi all’Abb. Scatta lo stato di agitazione permanente

35 esuberi all’Abb di Terranuova Bracciolini. Scatta lo stato di agitazione permanente e 24 ore di sciopero dei metalmeccanici dello stabilimento. Stamani le prime 2 ore di astensione dal lavoro con il picchetto davanti ai cancelli dell’azienda.
A riaprire la vertenza, che si preannuncia lunga e complessa, le organizzazioni sindacali Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil dopo l’annuncio dei vertici aziendali di aprire una procedura di mobilità, anticamera del licenziamento per 35 persone.
“La direzione ci ha convocato – annuncia Alessandro Tracchi, segretario provinciale della Fiom Cgil. La premessa è stata il mancato raggiungimento del budget 2017 in due settori chiave della produzione: gli inverter per l’energia solare e il ‘caricabatteria’ per le auto elettriche. La conseguenza è stata la volontà di mettere in mobilità 35 dei 530 addetti. La nostra risposta è stata ovviamente no. Quindi sciopero e presidio davanti alla fabbrica”.
“Avevamo chiesto un incontro all’azienda per avere chiarimenti sul preconsuntivo per il secondo semestre dell’anno – ricorda Tracchi. Eravamo preoccupati per un evidente rallentamento della produzione ed ancora più inquieti per le prospettive 2018. Ed avevamo ragione. Le cifre aziendale parlano di una riduzione del 20% della produzione”.
I problemi non sono però nati nel 2017. “Due anni fa la ABB decise di abbandonare il mercato statunitense. A nostro parere senza motivazioni convincenti. Non solo: non furono indicate nemmeno alternative a quel mercato. Tanto che l’anno dopo l’azienda tentò invano di riconquistare le quote che aveva abbandonato. In questo periodo abbiamo registrato l’assenza di una strategia aggressiva dei mercati internazionali. Le produzioni ABB – sottolinea Tracchi – non solo assolutamente absolete. Sono quelle del futuro. Per questo è incomprensibile la scelta di ridurre l’occupazione. E non parlo solo dei 35 esuberi annunciati. Il livello complessivo si sta riducendo da tempo con il blocco del turn over”.
Secondo la Cgil è necessario invertire immediatamente la tendenza in atto: “ABB è un’azienda chiave non solo in Valdarno ma in Toscana – afferma Alessandro Mugnai, Segretario provinciale della Cgil. In questa realtà non possiamo acconsentire a perdite di posti di lavoro ma, tanto meno, possiamo accettare che un’azienda orientata verso l’innovazione e le produzioni del futuro, faccia marcia indietro. Deve invece confermarsi un punto di riferimento e un traino per l’intero sistema locale”.

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