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Cavriglia: “L’estasi di Santa Brigida” torna nella chiesa di Massa Sabbioni

Festa grande a Massa Sabbioni di Cavriglia, ieri pomeriggio, per il restauro del dipinto del XVIII secolo di Francesco Botti “L’Estasi di Santa Brigida davanti al Cocifisso”.
L’olio su tela è stato restituito alla comunità e collocato nella chiesa di San Pietro, alla presenza di tanti cittadini e del Vescovo di Fiesole Mario Meini.
Il recupero dell’opera, affidato alla restauratrice Stefania Bracci, era iniziato nel 2002, in occasione della campagna di schedatura condotta da Cecilia Ghelli e Lucia Bencistà nell’ambito del progetto di Inventariazione dei Beni Ecclesiastici della Diocesi fiesolana. In pessime condizioni, il dipinto presentava strappi, muffe e cadute di colore sulla superficie oltre al distacco della tela e si trovava in una stanza adiacente alla chiesa dopo essere stata tolta dal suo altare in anni successivi alla seconda guerra mondiale.
Per sostenere i costi dell’intervento sono stati coinvolti sponsor privati, in particolare l’azienda Moretti Spa con sede nell’area industriale di Bomba, e organizzate due raccolte di fondi promosse dalla “Fondazione Roseto Botanico di Cavriglia Carla Fineschi” , dal circolo e dai parrocchiani della frazione.

Cenni storici
“La testimonianza più antica sulla presenza dell’altare dedicato alla santa è del 1711 mentre la prima menzione del dipinto risale al 1852 nella visita pastorale del Vescovo Bronzuoli che riporta la presenza, «in cornu epistolae», di un «altare al muro dedicato a S. Brigida con quadro in tela rappresentante detta santa». Il dipinto rappresenta l’Estasi di Santa Brigida davanti al Crocifisso. Brigida di Svezia, oggi compatrona d’Europa con San Benedetto e Santa Caterina da Siena, nacque a Finsta, in Svezia, nel 1303 e morì a Roma nel 1373. Madre di otto figli, rimasta vedova fondò un nuovo ordine monastico detto del Santo Salvatore e proprio per ottenerne l’approvazione scese a Roma nel 1349 dove rimase fino alla morte. Iniziava per Brigida un periodo di profonda riflessione e meditazione sulla Passione di Cristo che sarebbe sfociato nelle celebri Revelationes dove la santa invitava il fedele alla preghiera quotidiana per godere di grandi benefici tra i quali la liberazione delle anime della propria stirpe dalla fiamme del Purgatorio. Per questo il culto verso Santa Brigida si diffuse largamente soprattutto tra Sei e Settecento anche in molte chiese delle nostre campagne. Durante il restauro è stata ritrovata sul dipinto la sigla FB che riconduce l’esecuzione dell’opera al pittore fiorentino Francesco Botti (Firenze, 1645-1711) allievo di Simone Pignoni, prolifico esponente della scena pittorica fiorentina di fine Seicento e attivo negli stessi anni per l’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze dal quale anche la chiesa di Massa dipendeva. L’opera, del resto, si attesta stilisticamente tra la fine del XVII secolo e il primo decennio del secolo successivo per la qualità dei panneggi, la tavolozza scura, la velocità della pennellata, la raffinatezza delle lumeggiature e la generale intonazione”.

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