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Serristori, Comitato e Lista attaccano la giunta e la maggioranza in Consiglio Comunale

L’ospedale Serristori ancora al centro del dibattito a Figline Incisa. Oggi ad intervenire con una nota congiunta la Lista e il Comitato a sostegno del presidio ospedaliero del Valdarno Fiorentino che commentano quanto accaduto mercoledì 11 ottobre in Consiglio Comunale. In tale sede i gruppi consiliari di opposizione hanno presentato una mozione richiedendo al Sindaco di farsi promotore di un incontro pubblico invitando l’assessore regionale Saccardi per illustrare alla cittadinanza le reali condizioni del Serristori nonché per fare il punto sullo stato di attuazione dei Patti Territoriali firmati nel 2013. La mozione è stata illustrata dal consigliere Valentina Trambusti della Lista Salvare il Serristori ed approvata dai partiti dell’opposizione. Il documento è stato invece respinto all’unanimità dai consiglieri di maggioranza del Partito Democratico.
“La Sindaca Mugnai, la Presidente del Consiglio Comunale Simoni, i Consiglieri Morandini e Farini nei loro interventi hanno giustificato il voto contrario con motivazioni assurde e ridicole- affermano nella nota il Comitato e la Lista a sostegno del Serristori.Questo gravissimo episodio dimostra chiaramente che gli Amministratori del Comune di Figline e Incisa condividono la politica sanitaria regionale del loro Partito, che prevede che i piccoli ospedali vengano soppressi o lentamente trasformati da ospedali per acuti in grado di curare h24 le emergenze-urgenze, a “strutture di prossimità” o “case della salute” (poco più che ambulatori o strutture per lungodegenti geriatrici), obbligando i cittadini a curarsi presso lontani megaospedali pubblici o a rivolgersi a cliniche private. I cittadini del Valdarno devono sapere che se in futuro il Serristori non sarà più in grado di rispondere alle loro legittime esigenze di assistenza sanitaria- termina la nota- e saranno costretti (con ovvi disagi per il malato ed i loro familiari) a rivolgersi a lontane megastrutture ospedaliere, la responsabilità è tutta di chi ha amministrato la sanità Toscana in questi anni, con la complicità dei politici locali.”

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