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Referendum sulla fusione. Il Comitato per il No di Pergine chiede un ripensamento e un consiglio comunale aperto

“Il risultato referendario non legittima alcuna azione politica alla fusione di Laterina e Pergine Valdarno”. La vittoria di misura, per 19 voti nel territorio di Pergine, secondo il Comitato per il No del paese, dovrebbe indurre gli amministratori a comprendere che i tempi per le nozze tra le due realtà non sono ancora maturi. A sostegno della tesi l’analisi del voto che ha visto un sostanziale pareggio nel comune guidato da Simona Neri con il Si fermo al 50,54 per cento.
“I risultati sono molto chiari: a Pergine e a Pieve a Presciano ha nettamente prevalso il No; nelle due frazioni di Cavi e Montalto il Si con una buona performance del No. La comunità civica è spaccata esattamente a metà – ricordano i portavoce del Comitato – e questo meriterebbe una seria riflessione dell’amministrazione e dovrebbe indurla a non intraprendere alcun passo ulteriore. Il compito delle istituzioni è quello di tenere le comunità unite e non di dividere soffiando su divisioni ataviche e campanilismo, agitato in modo opportunistico”.
I favorevoli al mantenimento dello statu quo rammentano inoltre che “il referendum era consultivo e non costitutivo, per cui vale come supporto a decisioni che vanno assunte con giudizio, apertura mentale e, soprattutto, lungimiranza”. La richiesta, condivisa da molti residenti, è di “non approfittare dell’insignificante vantaggio del Si per fare una fusione praticamente senza consenso” e di consentire ai cittadini di discutere dell’argomento durante una seduta del Consiglio comunale aperta agli interventi del pubblico.

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