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S. Giovanni: ancora asta deserta per la ex chiesa della Nonziata

Terzo e ultimo avviso d’asta per la ex chiesa sconsacrata della Nonziata di Via Giovanni da San Giovanni nella città del Marzocco. E’ andata infatti ancora deserta la seconda asta pubblica indetta nel novembre scorso dall’Amministrazione comunale. Il bene, di proprietà dell’ente guidato dal sindaco Maurizio Viligiardi, era stato messo in vendita la prima volta nel settembre 2017 con valore di base di oltre 67 mila euro.

Dopo l’esito negativo della prima asta Palazzo D’Arnolfo nel mese scorso aveva bandito una seconda asta pubblica facendo scendere il valore dell’immobile, come prevede la legge, del 20% ossia 60 mila euro. Ma anche la seconda volta la vendita è andata deserta e la piccola ex chiesetta resta la “ragazza dalle belle ciglia” .

Situato a pochi passi dal centro storico poco più in là dell’arco di Via Giovanni da San Giovanni l’edificio è stato oggetto di un’apposita variante al regolamento urbanistico, che ne ha rideterminato la destinazione d’uso. Destinazione che, garantendo una totale o parziale frequentazione pubblica, può essere di tipo commerciale, artigianale e direzionale, prevedendo anche somministrazione di bevande e alimenti, pubblico spettacolo, area espositiva, attività associative e culturali.
Tutte le destinazioni dovranno però garantire la conservazione dell’immobile ed essere compatibili con il contesto di insediamento, e dovranno essere preventivamente verificate dalla Soprintendenza di Arezzo. Dopo la mancanza di aspiranti compratori alla seconda asta il prezzo della ex chiesa della Nonziata è nuovamente sceso del 20% ossia a € 52.500,00.

Adesso c’è solo un’ultima chance. L’Amministrazione comunale avvisa, infatti, che è già stato indetto il terzo ed ultimo avviso d’asta pubblica. Se anche questo dovesse andare deserto – avvisa il Sindaco Viligiardi – l’immobile potrebbe essere utilizzato dall’Amministrazione come bene in permuta in un appalto consistente per la realizzazione di altre opere pubbliche. In altre parole in un appalto concesso dal comune per un intervento, mettiamo, di 600 mila euro, alla ditta vincitrice può essere chiesto un abbassamento dei costi in cambio della cessione dell’ex edificio di culto.

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