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I numeri del gioco d’azzardo. Nel 2016 a Montevarchi e San Giovanni spesi quasi 40 milioni di euro

Sono numeri impressionanti quelli emersi negli ultimi giorni sul gioco d’azzardo in Valdarno, commentati amaramente dal sindaco di Pergine Simona Neri, in qualità di responsabile Progetto Ludopatie dell’Anci Toscana. I dati del 2016 fanno del Valdarno Aretino una delle zone dove piace sempre di più giocare alle macchinette e alle slot. E sono le cifre a testimoniarlo. Nella vallata, complessivamente, la raccolta gioco è stata superiore a 58 milioni di euro. La parte del leone la fanno Montevarchi (20 milioni di euro) e San Giovanni Valdarno (oltre 19 milioni di euro). Seguono Terranuova Bracciolini (quasi 7 milioni di euro), Castelfranco Piandiscò (3.630.000 euro), Bucine (2.920.000 euro), Laterina (1.480.000 euro), Loro Ciuffenna (1.300.000 euro), Pergine Valdarno (1.100.000 euro) e Cavriglia (991.860 euro).
Per quanto riguarda la spesa pro capite, al primo posto San Giovanni Valdarno, con 1.154 euro, segue Montevarchi con 832 euro, Terranuova con 564 euro, Laterina con 421 euro, Castelfranco Piandiscò con 372 euro, Pergine Valdarno con 352 euro, Bucine con 288 euro, Loro Ciuffenna con 223 euro e Cavriglia con 103 euro.
Amaro il commento di Simona Neri. ” In provincia di Arezzo il capoluogo, Montevarchi, Sansepolcro e San Giovanni Valdarno sono solo alcuni dei comuni che, nel 2016, hanno addirittura superato la spesa media provinciale sul comparto delle slot, ovvero 731 € procapite – ha detto -. Ho infatti elaborato il dato della nostra Provincia di Arezzo rispetto alla sola spesa sulle cosiddette “macchinette”, che si trovano prevalentemente dentro ai bar o tabacchi e sulle VLT, che invece si trovano nelle sale slot dedicate. Ebbene – ha aggiunto – , nel 2016 sono stati complessivamente 478 i milioni che nella provincia si sono riversati nel comparto del gioco ed oggi evidenzio che di questa impressionante cifra, 252 milioni afferiscono al solo settore delle slot”.
Il giocatore d’azzardo quindi gioca prevalentemente su AWP e VLT, che nell’aretino sono circa 2350. “A seguito dell’accordo raggiunto in Conferenza Unificata tra Stato, Regioni ed Enti Locali – ha detto la Neri – il numero di AWP verrà sensibilmente ridotto nei prossimi mesi. Il controllo del fenomeno della dipendenza patologica da gioco passa anche da questa misura, insieme agli interventi che tutti gli attori del contrasto alla ludopatia metteranno in campo”.
Tra questi i regolamenti dei Comuni che prevedono il distanziometro e la mappatura dei luoghi sensibili, le ordinanze dei Sindaci per la regolazione delle fasce orarie di apertura, maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine e soprattutto le iniziative sanitarie degli operatori sanitari dei SerD che hanno costruito una rete di sostegno forte ed in continuo aggiornamento.
“Il mio appello – ha concluso Simona Neri – è quello di portare in approvazione i Regolamenti Comunali per mappare i luoghi sensibili di ognuno dei nostri territori. La parola d’ordine rimane però “formazione”: i bambini devono conoscere già dalla tenera età i rischi connessi alla compulsività del gioco ma soprattutto del gioco on-line. Ancora troppa pubblicità insiste sulle fasce orarie non protette ed ancora troppi riferimenti culturali o mediatici si prestano come testimonial del mondo dell’azzardo. Il gioco è bello quando è sociale”.

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