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Libera Valdarno scrive ai sindaci per chiedere di partecipare alla giornata in ricordo delle vittime delle mafie

“Partecipate alla manifestazione in ricordo delle vittime della criminalità organizzata”. La richiesta è dell’associazione Libera Valdarno, che ha preso carta e penna e ha scritto una lettera a tutti i sindaci della vallata, aretina e fiorentina, per chiedere una presenza alla manifestazione del 21 marzo prossimo a Pisa.
Lo scorso anno il Parlamento italiano ha approvato una legge nella quale istituisce la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
Il 21 marzo ci saranno una serie di iniziative a Pisa e alla manifestazione stanno aderendo migliaia di studenti, cittadini, rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e del mondo associativo toscano.
Nella missiva inviata ai primi cittadini, Libera ha ricordato che negli ultimi tempi anche il Valdarno e tutta la Toscana è stato toccato da fenomeni di infiltrazione mafiosa molto pericolosi ai quali tutta la società civile è chiamata a dare una forte risposta unitaria.
“Occorre una mobilitazione che si accompagni al grande lavoro delle nostre forze dell’ordine e della magistratura, occorre una risposta politica e sociale che deve venire forte anche da chi è chiamato ad amministrare e governare le nostre città – ha spiegato Libera – Per questo chiediamo ai sindaci del Valdarno Aretino e Fiorentino di essere a fianco a noi mercoledì 21 marzo a Pisa per ricordare e ripetere ancora più forte il no delle nostre comunità a qualunque tentativo delle mafie di contaminare il nostro territorio e le nostre comunità.
Chiediamo, se possibile, di venire con il Gonfalone della città rappresentata, ma se questo non fosse possibile, di poter inviare comunque una delegazione che rappresenti la comunità. Sarebbe un bel modo in Valdarno per celebrare il 1° anniversario della legge che ha istituito il 21 marzo – ha concluso l’associazione – e una risposta a coloro che, come le mafie, cercano di contaminare l’economia sana e la nostra convivenza civile e sociale”.

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