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Bilancio di previsione. Cresce San Giovanni replica al Pd: “Noi bugiardi? Accusa che rispediamo al mittente”

A San Giovanni Valdarno non si placa la polemica sulle modalità con le quali è stato approvato il bilancio di previsione. Dopo la risposta del Partito Democratico al gruppo Cresce San Giovanni, assente alla discussione, la lista guidata da Francesco Carbini è tornata di nuovo alla carica, spiegando la sua versione dei fatti e precisando, innanzitutto, che il capogruppo del movimento era presente in commissione bilancio fin dal suo inizio, andandosene un po’ prima per impegni professionali.
“Magari – ha spiegato Cresce – se il capogruppo Pd e gli altri componenti della sua maggioranza arrivassero puntuali, forse i lavori si svolgerebbero regolarmente e si avrebbe più rispetto delle istituzioni. Del resto la stessa cosa si è verificata puntualmente in occasione dell’ ultimo consiglio comunale; non un consiglio qualsiasi ma sul bilancio dell’ente, e di fatto l’ultimo della legislatura . Avevamo stabilito in ufficio di presidenza che avremmo fermato i lavori alle 12,30 per poi eventualmente proseguirli nel pomeriggio, come da convocazione ufficiale.
Cinque minuti prima – ha proseguito la lista civica – il nostro capogruppo, costretto ad assentarsi per improrogabili impegni professionali, ha parlato con il presidente del consiglio comunale che lo ha rassicurato dicendogli di andare pure via tranquillo, in quanto il consiglio sarebbe proseguito nel pomeriggio. E invece cosa è accaduto? Che il gruppo Pd , rimasto da solo con l’unica presenza di un consigliere del gruppo Per un’altra San Giovanni, in fretta e furia e senza alcuna discussione, ha approvato il bilancio terminando il consiglio alle ore 13. Avevano forse paura di non avere i numeri per approvarlo?  Oppure – si è chiesto Cresce – volevano evitare un confronto serio e serrato sui capitoli di bilancio e sui tanti progetti in cantiere per il 2018 coperti con mutui, avanzi di amministrazione e soprattutto con alienazioni di beni immobili difficilmente realizzabili , per non parlare della svendita del diritto di superficie delle antenne telefoniche.
Su questo e sulle tante promesse non mantenute avremmo voluto confrontarci. E invece – ha concluso la minoranza –
si sono approvati di corsa il loro bilancio, alla chetichella , come se questo li assolvesse dal peccato più grande che hanno: continuare nella distruzione della nostra San Giovanni. Noi questo non lo permetteremo”.

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