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Don Marcello Cozzi, presidente del servizio antiracket e antiusura, a Montevarchi per incontrare gli studenti

E’ impegnato da sempre contro le mafie Don Marcello Cozzi, attuale coordinatore nazionale del servizio antiracket e antiusura. E il 16 e 17 aprile prossimi sarà a Montevarchi, per una doppia iniziativa organizzata da Libera Valdarno. Si parlerà del fenomeno mafioso nei suoi tanti risvolti che investono la vita sociale e personale.
Don Marcello da decenni è impegnato sul versante del disagio sociale, nell’educazione alla legalità e nel contrasto alle mafie e segue da tempo il servizio di accompagnamento dei testimoni di giustizia. Il libro “Ho incontrato Caino” è proprio dedicato a questo percorso della sua vita di incontro con i pentiti di mafia, dove si raccontano storie e tormenti di vite che hanno cercato un riscatto dall’inferno dove avevano deciso di stare.
A Montevarchi Don Marcello, invitato non solo da Libera, ma anche dal Presidio Giovanni Spampinato, sarà presso l’Oratorio del Centro Pastorale del Giglio lunedì 16 aprile e martedì 17 aprile, per incontrare i cittadini e gli studenti dell’Isis B. Varchi. Il primo appuntamento, aperto a tutti i cittadini che vorranno conoscerlo e discutere con lui di legalità, di percorsi di vita di rinascita, di contrasto alle mafie, si svolgerà nel salone del centro pastorale lunedì 16 aprile alle ore 21. Con lui saranno presenti il Vescovo di Fiesole Monsignor Mario Meini, il parroco della Chiesa del Giglio Don Mauro Frasi, il referente del Coordinamento di Libera Valdarno Pierluigi Ermini e i giovani del Presidio Giovanni Spampinato. Il dibattito si svilupperà partendo dalla presentazione del libro “Ho incontrato Caino”.
La mattina dopo martedì 17 aprile alle ore 9 sempre nel salone del centro pastorale del Giglio Don Marcello incontrerà circa 80 studenti del liceo artistico dell’Isis B. Varchi. Il libro tratta di alcuni dei rapporti intercorsi tra Don Marcello e 6 collaboratori di giustizia in località segrete o in carceri di massima sicurezza che permettono anche di tracciare un percorso storico all’interno delle mafie di questi anni, oltre ai percorsi personali di chi non ha saputo resistere al potere e a diventare “uomo d’onore”. Uomini e donne che come Caino stanno fuggendo dagli sbagli di una vita, dal sangue, dalla morte e dalla vendetta.

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