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Al Centro Pastorale del Giglio di Montevarchi oltre 200 persone per la presentazione del libro di Don Marcello Cozzi

Ha riscosso un grande successo l’iniziativa che si è tenuta ieri sera, a Montevarchi, al Centro Pastorale del Giglio, dove è stato ospite per la presentazione del suo libro sulle mafie Don Marcello Cozzi, che ha scritto “Ho incontrato Caino”. Con lui il Vescovo di Fiesole Monsignor Mario Meini, il parroco della Chiesa del Giglio Don Mauro Frasi, il referente del Coordinamento di Libera Valdarno Pierluigi Ermini e Angelo Camardo giovane del Presidio Giovanni Spampinato. Ma soprattutto tante le persone intervenute e tantissimi i giovani, oltre 200, che si sono date appuntamento per riflettere su un libro che richiede apertura mentale, l’uscita da facili pregiudizi, per andare a capire il mafioso uomo, come costruisce le sue scelte e cosa accade quando trova il coraggio di iniziare un cammino di pentimento personale fino a farlo diventare testimone di giustizia.
Grande soddisfazione per la riuscita dell’evento è stata espressa dal referente di Libera Valdarno Pierluigi Ermini, mentre Don Marcello, nel suo intervento, ha ricordato come, da molti anni, stia facendo questo cammino con Libera, accanto ai familiari delle vittime innocenti di mafia, accanto ai familiari di Abele. Ha parlato poi del suo rapporto con i mafiosi.
“Ripenso alle parole di don Tonino Bello che durante il funerale del sindaco di Molfetta, assassinato, disse: questi non sono dei mostri ma dei nostri. Dire che sono mostri – ha detto Don Cozzi – vuol dire che noi ci dichiariamo perdenti subito. Se entri nelle storie di queste persone inevitabilmente ti poni degli interrogativi, senza volerli giustificare. Quando ti poni nell’atteggiamento di ascolto dell’altro, i graffi ti restano dentro. E se, come mi è accaduto di vedere, queste persone prendono coscienza del male che hanno fatto, ti entra dentro l’inferno con cui convivono. Il tormento che ho visto nel volto di Caino è ciò che restituisce l’umanità di Caino”. Non sono mancate le domande, le riflessioni, un giusto contraddittorio come le parole di Marcello Cozzi non potevano non aprire, ma questo incontro è stato veramente importante perché, come hanno ricordato da Libera, non si può contrastare un fenomeno come le mafie, se non si impara a conoscere l’uomo mafioso, il contesto anche familiare dove vive.

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