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Serristori. Cobas di nuovo all’attacco: “carenze di personale e aggressioni da parte di alcuni utenti”

Agli inizi di marzo i delegati Rsu-Cobas della Asl Toscana Centro Andrea Calò e Domenico Mangiola hanno incontrato il direttore della SOS Assistenza Infermieristica sud-est Dottor Cellini e la responsabile infermieristica del Serristori Dottoressa Litta, in merito all’attuale gestione dell’organizzazione del lavoro e delle carenze di personale infermieristico e e degli operatori socio sanitari nel presidio ospedaliero figlinese.
I sindacati hanno denunciato la situazione di forte criticità delle due Medicine A e B. “Non essendo stata individuata,da quella data, alcuna soluzione concreta da parte delle direzioni alle difficoltà di carenze di personale in cui si trovano a garantire i servizi i lavoratori – hanno detto i Cobas – la situazione si è ulteriormente deteriorata. I dati rilevati anche in questi giorni confermano ciò che allora si evidenziava, ovvero che la Medicina A è perennemente sotto organico nelle condizioni di “normale” organizzazione del lavoro. E questo non solo perché manca un’unità infermieristica in sostituzione del personale in aspettativa o part time, ma anche perché un altro operatore socio sanitario è stato recentemente certificato e non reintegrato”.
Insomma, per Calò e Mangiola il problema della medicina A è strutturale, poiché il reparto si snoda su due cellule, con un totale di 23 posti letto distribuiti su due corridoi distanti l’uno dall’altro e che intersecandosi fra loro ad angolo retto rendono più complessa e rischiosa l’attività assistenziale.
“Alle inadeguatezze dei reparti, ai sotto dimensionamenti del personale, alle continue esposizioni ai rischi clinici per l’utenza e allo stress da lavoro correlato per gli operatori sanitari – hanno proseguito i sindacati – va aggiunto un peggioramento del clima interno dovuto ad alcuni episodi di aggressione da parte di alcuni utenti su infermieri e OSS. Le aggressioni – hanno sottolineato – confermano la complessità della tipologia di utenza e del carico assistenziale in una high care che ancora non è stata sostanziata con adeguate dotazioni organiche. Il peggioramento delle condizioni di lavoro e il deteriorarsi dell’ambiente interno – hanno concluso Calò e Mangiola – è stato anche oggetto di segnalazioni via email da parte degli OSS alla direzione infermieristica di presidio, senza che queste abbiano trovato soluzioni adeguate”.

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