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Montevarchi: “La scuola di Levanella è stata chiusa per un dissesto statico”. Il sindaco replica alle polemiche

“Le ordinanze di chiusura della scuola elementare di Levanella, la prima per due giorni in via cautelativa e l’altra fino al termine dell’anno scolastico, non sono legate alla vulnerabilità sismica ma a un problema statico del solaio al pian terreno”.
Così il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini replica alle polemiche politiche sorte all’indomani del provvedimento che ha sospeso l’attività didattica nel plesso. Repliche necessarie contro chi “cerca di generare dubbi e paure nei genitori su temi sensibili come la sicurezza dei bambini”, ha commentato spiegando come “non esista alcuna connessione tra l’indagine di vulnerabilità sismica di ottobre, che consigliava alcuni possibili interventi futuri di miglioramento, e la chiusura di maggio”.
La prima cittadina ha ripercorso i passaggi della vicenda e ricordato che la Giunta nello scorso autunno ha deciso di verificare la vulnerabilità sismica degli edifici partendo proprio dal plesso del quartiere che risultava uno dei più critici perchè costruito negli anni ’50. “La relazione di ottobre dà dei suggerimenti di previsioni di massima di possibili interventi di miglioramento, ma non prescrive all’amministrazione opere immediate né la chiusura”.
“A febbraio il dirigente del settore ha predisposto un’indagine sull’intero patrimonio immobiliare pubblico, scuole comprese, per stilare precise schede anagrafiche e tecniche. La verifica di maggio a Levanella rientra in questo ambito e i tecnici hanno riscontrato un deterioramento del solaio al primo piano dovuto, probabilmente, anche a una perdita di acqua dal locale lavanderia che potrebbe averlo danneggiato ulteriormente”.
Immediata la richiesta di sopralluogo alla ditta specializzata: “Nella perizia consegnata al Comune si dice che i locali possono essere utilizzati a patto che l’area ‘ammalorata’ sia liberata dagli ingombri, puntellata con tubi innocenti e mantenuta non eccessivamente sovraccaricata. La dirigente scolastica ha ritenuto quest’ultima prescrizione incompatibile con lo svolgimento di una regolare attività didattica di un plesso che ospita 80 bambini e 15 adulti tra docenti e personale Ata. Insomma, non erano presenti i livelli minimi di sicurezza e per questo abbiamo deciso di chiudere, attivandoci per far ripartire le lezioni a Levane”.
Quanto al futuro ieri è stato conferito l’incarico di stilare il progetto esecutivo di messa in sicurezza sismica e statica: “Ci consentirà di partecipare al bando regionale di cofinanziamento che scade il 15 giugno e cercheremo di capire quanto dovremo spendere, presumibilmente non meno di 500 mila euro. Al tempo stesso stiamo valutando altre opzioni che comprendono i moduli abitativi o la costruzione di una nuova scuola, dotata di palestra, che permetterebbe di accorpare la materna alle elementari. Resta inteso che la nostra priorità è tenere uniti i ragazzi a salvaguardia della comunità e del diritto di mantenere la loro identità”, ha concluso Chiassai Martini.

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