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Sindaci e Publiacqua: solo Montevarchi presente all’Assemblea Territoriale 3 Medio Valdarno

Solo Montevarchi era rappresentato all’Assemblea Territoriale 3 Medio Valdarno che giovedì scorso aveva convocato i sindaci dei centri soci di Publiacqua non solo valdarnesi ma anche di Firenze, Pistoia e della piana fiorentina.
Un’assenza segnalata dal Comitato Acqua Bene Comune del Valdarno che ricorda come la riunione avesse dell’ordine del giorno argomenti di notevole rilevanza, tariffe e carta dei servizi.
“Con grande rammarico dobbiamo ancora una volta constatare che i comuni del Valdarno Aretino e Fiorentino erano assenti (mancanti all’appello Castelfranco Piandiscò, Cavriglia, FiglineIncisa Valdarno, Loro Ciuffenna, Reggello, Rignano, San Giovanni e Terranuova Bracciolini); fatta eccezione del comune di Montevarchi. Come unica rappresentanza la vituperata destra che, a detta della maggioranza che governa in zona, non fa gli interessi dei cittadini?”
I referenti del Comitato ricordano agli amministratori dei municipi non presenti che in riunioni del genere “si decidono politica e scelte relative al servizio idrico integrato vitale per tutti i loro cittadini e con il quale si devono confrontare quotidianamente”.
Per Montevarchi è intervenuta l’assessore Cristina Bucciarelli e al riguardo il gruppo di maggioranza Prima Montevarchi fa notare che “si è presentata in assemblea per dire no all’aumento tariffario e opporsi ai piani di investimento decisi dall’alto e senza il coinvolgimento dei territori su cui devono ricadere”.
Una posizione non isolata perchè, come sottolineano i responsabili di Acqua Bene Comune, gli enti locali hanno mostrato particolare interesse al computo tariffario e alle prestazioni erogate: “Per la prima volta si fanno le pulci ai conti di Publiacqua, si cerca di depennare gli investimenti che non servono ad esempio i milioni di euro per l’informatica, si vanno a valutare gli obiettivi raggiunti e quelli falliti e alla fine si afferma che dal 2018 al 2021 le tariffe non dovranno aumentare neppure di un euro, considerando che sono le più care d’Italia e insostenibili per tante famiglie. Restiamo in attesa delle decisioni finali non ancora prese”.

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