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Asl. I numeri del distretto Zona Valdarno. Nel 2017 456 ricoveri in RSA e Centri Diurni. Tutti i progetti

Ad un anno dal suo insediamento, il dottor Evaristo Giglio, a capo del Distretto Zona Valdarno della Asl Toscana Sud Est, ha tracciato un bilancio dell’attività svolta, segnalando risposte all’utenza sempre più integrate e multidisciplinari ed un’organizzazione più puntuale sul territorio, con grande attenzione per le fasce deboli della popolazione valdarnese. Sono queste, infatti, le linee guida che stanno ispirando l’attività e il lavoro dell’equipe presieduta dal dottor Giglio.
Un lavoro che ha portato a utilizzare in pieno il fondo per la non autosufficienza e quello per le gravissime disabilità. Nel 2017 hanno usufruito del fondo 88 disabili sotto i 65 anni, 336 anziani non autosufficienti e 25 ricoveri temporanei in strutture residenziali assistenziali. Sempre lo scorso anno, i finanziamenti per le gravissime disabilità hanno permesso l’erogazione di 359 mila euro destinati a 35 utenti residenti nel Valdarno per l’acquisto di servizi socio-assistenziali e sanitari, in modo da evitare i ricoveri o le istituzionalizzazioni e garantire la permanenza al domicilio di persone portatrici di gravi complessi patologici. Per il 2018 sono previsti 303 mila euro, per un totale di oltre 600 mila euro in due anni.
Nel 2017 il Distretto ha poi distribuito 456 quote tra ricoveri in RSA e Centri Diurni e si è proceduto alla riorganizzazione dell’UVM (Unità di Valutazione Multidimensionale), un nucleo composto da medici di Distretto, assistenti sociali dei Comuni e della Asl, infermieri, che consente l’equità di accesso all’offerta dei servizi, attraverso l’individuazione di specifici parametri.
Contemporaneamente, è stata definita l’equipe dell’ACOT (Agenzia per la continuità assistenziale ospedale-territorio) che permette la presa in carico programmata di pazienti fragili, affetti da malattie croniche, nella fase di dimissione dall’ospedale.
Tra i progetti attivati, il “Dopo di Noi”, a favore di disabili che sperimentano forme di crescente autonomia attraverso particolari soluzioni abitative. L’efficace cooperazione tra l’ASL, il Comune capofila di Terranuova, il Terzo Settore e il Privato Sociale ha garantito l’approvazione del progetto che sta partendo proprio in questi giorni.
L’attività di coordinamento è alla base anche di un gruppo di lavoro che vede impegnati il Dipartimento della Salute Mentale e il “Servizio Sociale” per definire un protocollo d’intesa che andrà in Conferenza dei sindaci tra qualche settimana. “Una delle maggiori criticità che ci troviamo ad affrontare in questo ambito – ha spiegato il dottor Giglio – è definire un percorso appropriato quando ci troviamo di fronte a condizioni in cui non è facile stabilire se è prevalente il disagio sociale o il disturbo psichico. E’ un aspetto difficile e da non sottovalutare: la presa in carico del paziente – ha aggiunto – deve avere un’origine condivisa, con una procedura integrata tra i servizi sociali dei Comune e gli specialisti dell’ASL. A questo stanno lavorando i due poli socio-sanitario e socio-assistenziale, sia per gli adulti che per i minori”.
Dal marzo di quest’anno è stato poi attivato l’Atelier Alzheimer, al Centro Bartolea di Montevarchi. Si tratta di un punto di riferimento per i malati di Alzheimer in forma media o lieve, dove vengono svolte attività educativo-riabilitative e aggregative rivolte ai malati. In Valdarno i soggetti con disturbi cognitivi presi in carico dai centri specialistici sono oltre 200. L’Atelier Alzheimer si è aggiunto ad un altro servizio, dedicato a coloro che si prendono cura dei malati gravi: il Caffè Alzheimer, uno sportello di ascolto e relazione per i familiari e i care givers.
“Negli ultimi mesi abbiamo rinforzato l’assetto professionale della Neuropsichiatria Infantile e quello degli psicologi – ha concluso Giglio – L’arrivo di due nuovi psicologi nei servizi territoriali supporterà gli interventi della Neuropsichiatria e, insieme al contributo del SerD, permetterà la presa in carico di situazioni di grave disagio sociale, sempre più frequentemente segnalate ai Comuni e al Distretto Sanitario anche dalla Magistratura. E’ il caso di abusi, maltrattamenti, affidi e adozioni”.
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