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Divieto pubblicità: Di Maio non farà dietrofront

I lobbisti del gioco affiliati a Confindustria vorrebbero un tavolo di lavoro con me. Non cambio idea sul divieto alla pubblicità. Gli investimenti saranno sostituiti da altre industrie”. Sono state queste le parole del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio alle richieste avanzate dagli operatori di gioco, che hanno proposto di aprire un tavolo di lavoro per discutere sulle norme sui giochi contenute nel Decreto Dignità. “Vietare la pubblicità al gioco d’azzardo è un passo storico di grande valore culturale. Sono convinto che non distruggerà il settore del gioco legale e per quanto riguarda gli investimenti pubblicitari semplicemente verranno sostituiti da quelli di altre industrie, come è avvenuto quando è stata vietata la pubblicità al tabacco”, ha continuato.

Il vicepremier si è dichiarato disponibile al tavolo di lavoro a condizione che vi partecipino anche le associazioni no slot, i familiari delle vittime dell’azzardopatia e altri comitati impegnati nella lotta al gioco d’azzardo patologico. “Per me vengono prima i cittadini e la loro qualità di vita”, ha ribadito il leader pentastellato.

Le posizioni di Confindustria.

Secondo Confindustria, il comparto giochi nel nostro paese rappresenta una realtà occupazionale e imprenditoriale da tutelare e difendere, messa a rischio dal nuovo provvedimento che tra le altre, non rappresenta una soluzione al problema della ludopatia. La posizione di Confindustria viene sostenuta da diversi operatori del settore che nei giorni scorsi hanno evidenziato gli effetti negativi del Decreto Dignità sul gioco d’azzardo.

Serve una netta distinzione tra gioco legale e gioco illegale ed evitare una decretazione d’urgenza in materia di gioco. Vogliamo essere ascoltati e definire proposte sul tema per il Governo. La nostra domanda alla politica è: i nostri 10 punti sono di interesse per il Paese? Aiutano a raggiungere i fini che il Governo si è dato per conciliare etica ed economia? Serve evitare un eccesso di criminalizzazione dell’impresa”, ha dichiarato Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria intervenendo all’Assemblea di Sistema Gioco Italia, tenutasi a Roma il 10 luglio scorso.

Se si tassa la raccolta e non il differenziale si sta adottando una patrimoniale sui ricavi: sono gli strumenti che vuole utilizzare il Governo che noi critichiamo. Oggi c’è un’anomalia, rappresentata dalla ludopatia, ma non la si cura eliminando le imprese legali, è in percorso sbagliato. Le eccessive rigidità fanno perdere credibilità al Paese, non possiamo infatti attrarre capitali e investitori e poi cambiare le regole in corsa. Servono regole di ingaggio che superino i preconcetti, trovando soluzioni a favore di occupazione e crescita economica. È un errore distruggere un intero comparto, è una questione di politica economica”, ha continuato.

Il rischio di escludere il settore dal mercato, comporterebbe secondo Boccia, una migrazione dei giocatori sulle piattaforme .com, mentre bisognerebbe fare in modo che il mercato funzioni bene nel nostro Paese.

Non si può autorizzare il gioco e poi imporre i divieti. Serve superare le tattiche ad effetto nel breve termine che però portano conseguenze negative sul lungo periodo. Va invece difeso il nostro rilevante patrimonio rappresentato dal comparto giochi tutelando la dimensione del divertimento della vita”, ha concluso.

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