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Vertenza Cotto Pratigliolmi in Regione. Spinelli (Mdp) e Vadi (Pd): “Regione si attivi per nuovi investimenti”

La vertenza Cotto Pratigliolmi approda in Consiglio regionale grazie anche alla mozione presentata alla Giunta toscana da Serena Spinelli capogruppo Mdp e Valentina Vadi, consigliera Pd.
“Quella della Cotto Pratigliolmi – affermano le due consigliere regionali – è un’altra pesante tegola che si abbatte sul mondo dell’occupazione del Valdarno aretino e fiorentino. Un territorio che negli ultimi mesi è stato pesantemente colpito da crisi industriali e su cui le istituzioni, a tutti i livelli, devono porre massima attenzione”
Spinelli e Vadi, dopo aver espresso piena solidarietà ai 55 lavoratori coinvolti nei licenziamenti dell’azienda di Faella, specializzata nella produzione di cotto per pavimenti e coperture, chiedono alla Regione di seguire la vicend, invitandola ad attivare ogni iniziativa necessaria e tutti gli strumenti possibili per scongiurare la chiusura dello stabilimento, anche favorendo possibili sinergie e l’eventuale ingresso di nuovi investimenti.
“Ma ci teniamo anche a sottolineare come la crisi del settore del cotto – proseguono – abbia notevolmente inciso e determinato situazioni come quella della Pratigliolmi. Per questo, crediamo che serva un’azione di tutela complessiva destinata a tutte quelle produzioni locali di materiali per le costruzioni. Invitiamo le istituzioni a individuare iniziative specifiche volte a valorizzare queste realtà produttive affinché non venga disperso un patrimonio di competenze di altissima qualità”.
“Ricordiamo che nell’ultimo decennio la Cotto Pratigliolmi ha registrato un notevole calo delle commesse, passando da dieci a quattro milioni di fatturato, ma, nonostante ciò, l’azienda è ritenuta sana, capace di inserirsi nel mercato con prodotti di qualità. Inoltre– continuano – i dipendenti hanno già ‘pagato’ il prezzo più salato della crisi del settore, passando nel giro di pochi anni da 96 unità alle attuali 55 part time, e utilizzando tutti gli ammortizzatori sociali disponibili. Ad oggi la volontà di cessare l’attività metterebbe la parola fine a una storia produttiva che dura da decenni, in cui le maestranze hanno sviluppato un’alta professionalità artigianale a cui si aggiunge la qualità delle materie prime della produzione. Ci teniamo a sottolineare la nostra forte preoccupazione per il tessuto economico e produttivo del Valdarno aretino e fiorentino, pesantemente colpito da ormai diverse crisi industriali. Facciamo appello a tutti i livelli istituzionali e a tutti gli attori coinvolti affinché si adottino misure che tutelino le capacità e le specificità produttive dei nostri territori”.

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