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“Tutti gli impianti sportivi comunali di San Giovanni hanno un defibrillatore”. L’annuncio dell’assessore Fabbri

Tutti gli impianti sportivi di proprietà del comune di San Giovanni Valdarno sono dotati di defibrillatore. L’annuncio è stato dell’assessore allo sport Barbara Fabbri, che ha affrontato l’argomento direttamente in consiglio comunale, rispondendo ad un’interrogazione in merito presentata da Mario Marziali. Un tema di stretta attualità, emerso alla luce della morte di Romano Scala, personaggio molto conosciuto un città, deceduto per arresto cardiaco il 17 settembre scorso al San Donato di Arezzo dopo che si era sentito male mentre giocava a tennis in un circolo di San Giovanni.
La Fabbri ha spiegato che fin dalla precedente legislatura l’amministrazione si è attivata con il posizionamento di una serie di apparecchi cardiaci a giro per la città, dei quali esiste tra l’altro una mappatura. E già prima dell’entrata in vigore della legge regionale la giunta Viligiardi aveva provveduto a dotare le strutture sportive che ne erano sprovviste di un defibrillatore. Tra queste anche le due palestre del plesso Marconi e del plesso Masaccio. “Sebbene gli apparecchi fossero all’interno dei due istituti – ha detto la Fabbri – , decidemmo di collocarli pure nelle palestre perché nel pomeriggio vengono costantemente utilizzate anche dalle società sportive”. Furono poi organizzati due corsi di formazione a cui presero parte non solo i responsabili indicati da alcune associazioni sportive sangiovannesi , ma anche alcuni professori, poiché il comune decise di aprire la disponibilità anche alle scuole.
Quello dei defibrillatori è un argomento che periodicamente torna di stretta attualità e di recente, sul nostro giornale, il dottor Massimo Mandò, responsabile del Deu Asl Toscana sud est, commentando la morte di Scala, ha richiamato le amministrazioni comunali a vigilare sulla presenza degli elettromedicali, facendo applicare la legge regionale numero 68 del 2015. Le norme sono chiare e indicano nel comune l’organo che esercita le funzioni di vigilanza e controllo in ordine al rispetto degli obblighi a carico dei soggetti gestori degli impianti e degli assegnatari degli spazi, anche avvalendosi delle aziende Usl. In Valdarno ci sono complessivamente 220 defibrillatori. In caso di arresto cardiaco il decesso, in media, arriva al massimo dopo dieci minuti e dopo cinque minuti i danni cerebrali sono già irreversibili. Ciò significa che per evitare il peggio le unità di soccorso dovrebbero arrivare sul posto in meno di trecento secondi. Tempo record che è quasi impossibile da raggiungere, soprattutto se la vittima si trova in aree periferiche o difficili da raggiungere. Ecco perché risulta fondamentale il ruolo del soccorritore occasionale e, soprattutto, dei defibrillatori.

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