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Derby il 14 novembre alle 14,30. La Curva Farolfi: “Siamo sconcertati. Al ritorno ce ne staremo a casa”

Niente notturna per il derby tra Montevarchi e Sangiovannese. Come noto, si giocherà alle 14,30 in quanto la società azzurra, sentito il tecnico Buso, non ha accettato la proposta dell’Aquila di giocare dopo cena. In giornata è arrivato il duro comunicato della curva sud Farolfi, che ha annunciato una mossa clamorosa: nella gara di ritorno gli Ultras rossoblù se ne staranno a casa.
“Abbiamo appena appreso che la Sangiovannese ha rifiutato di posticipare il derby del 14 novembre in orario serale, su indicazione del loro allenatore poi appoggiata dalla società – si legge nel comunicato della curva -. A un calendario già assurdo si aggiunge una decisione ancora più sconcertante, che va contro ogni logica. Con gli stadi che si svuotano, è davvero geniale giocare una partita del genere nel bel mezzo di una giornata di lavoro… bravi! Complimenti!”
“Non è nostro costume rivolgerci alle altre società – prosegue la curva Farolfi – , ma stavolta un paio di domandine vorremmo farle: ma vi fanno tanto schifo le curve piene di tifosi? Sì? Non ve ne importa nulla, anzi per questa partita più vuote sono meglio è? Allora facciamo una bella cosa… se questa è la vostra ultima parola, al ritorno tenete pure i botteghini chiusi per quel che ci riguarda, noi ce ne staremo a casa nostra, almeno vi restituiremo il favore e i gradoni vuoti saranno i vostri. Se non farete l’incasso, sarà un problema vostro e tutti sapranno benissimo chi ringraziare. Tanto questa è l’unica lingua che capite”.
“Fermatevi un attimo a riflettere, se ci ripensate magari c’è ancora il tempo per la nostra società di risistemare l’impianto di illuminazione come preannunciato e per tutti di godersi due bei derby con il calore dei tifosi – aggiungono gli Ultras rossoblù – . Grazie a chi ha profuso sforzi per far giocare questa partita nell’unico orario decente e a misura di tifoso. Sono tempi duri per chi ha questa passione, ed è veramente disarmante vedere quanto gli addetti ai lavori siano spesso gli ultimi a rendersene conto”.

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