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La Bekaert chiude i battenti. Finisce un’epoca tra la tristezza degli operai e speranze nella reindustrializzazione

“Stiamo vivendo gli ultimi giorni di vita della nostra fabbrica, che chiuderà i suoi cancelli per le vacanze natalizie e non li riaprirà, se non sotto un’altra veste, quella che le darà chi verrà a reindustrializzare”. E’ un Natale venato di malinconia, ansia e preoccupazione per il futuro quello che si apprestano a vivere i 318 lavoratori della Bekaert di Figline che si affidano ai social per comunicare il loro stato d’animo. La parola fine sarà scritta il 31 dicembre sulla ex Pirelli, industria specializzata nello steel coord per pneumatici, al centro dall’estate scorsa di una vertenza che ha coinvolto tutto il territorio.
Tanto più il versante aretino perché da lì proviene oltre la metà delle maestranze. Almeno in 160 risiedono nella porzione di Valdarno che ricade in provincia di Arezzo: una cinquantina arrivano da San Giovanni, e formano la pattuglia più numerosa del contingente, circa 30 da Montevarchi, altrettanti da Terranuova. Ma a libro paga della multinazionale belga figurano anche 24 cittadini di Cavriglia, una quindicina del comune di Castelfranco Piandiscò e se consideriamo chi si muove da Loro Ciuffenna e Bucine si comprende la ragione di una mobilitazione collettiva e senza confini. Scattata sin dalla prima ora, quando nello scorso mese di giugno i dipendenti ricevettero, senza nessun preavviso, la lettera di licenziamento collettivo per cessazione dalla proprietà. Solo dopo una lunga lotta, il 2 ottobre fu siglata un’intesa al Ministero dello Sviluppo Economico tra i rappresentanti sindacali e i vertici aziendali che scongiurò la prospettiva del taglio totale dei posti, con l’attivazione dal l° gennaio, ormai vicino, della cassa integrazione straordinaria per 12 mesi e l’avvio contestuale di un percorso per reindustrializzare lo storico sito produttivo.
“La tristezza si sente forte – scrivono adesso gli operai sulla pagina Facebook che documenta giorno dopo giorno la loro battaglia in difesa dell’occupazione – e l’insicurezza ci tiene appesi, ma non ci abbattiamo. C’è ancora da lottare da capo, con un’altra storia, ma che saremo sempre noi a scrivere. Non sappiamo nulla di certo, ma di sicuro vogliamo salvare lo stabilimento”.
Intanto domani mattina si terrà al Ministero del Lavoro l’incontro per la firma della cassa integrazione e l’auspicio è che la misura possa essere applicata anche ai 17 addetti delle imprese dell’indotto che si occupavano di mensa, pulizie e vigilanza e che al momento sono esclusi dall’ammortizzatore sociale visto che Bekaert aveva già rescisso ogni rapporto quando fu approvato il Decreto Genova.
L’obiettivo prioritario è la reindustriaLizzazione dell’area Bekaert, per la quale la Regione Toscana ha intenzione di adottare misure straordinarie che la rendano attuabile il prima possibile.

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