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In Valdarno 250 defibrillatori. E Mandò torna alla carica: “Sono necessari anche nei condomini”

In Valdarno ci sono quasi 250 defibrillatori. Un numero impensabile fino a qualche anno fa, raggiunto grazie alla straordinaria mobilitazione di associazioni, volontari e del dottor Massimo Mandò, valdarnese di Piandiscò, a capo del dipartimento emergenza urgenza dell’Azienda Sanitaria Toscana Sud Est. Mandò ha fatto suo questo cavallo di battaglia e da alcuni anni ha spinto per una diffusione capillare di questi apparecchi cardiaci, che sono stati collocati nei luoghi di maggiore concentrazione: supermercati, centri sportivi, chiese, ma anche nelle piazze del Valdarno. In caso di arresto cardiaco il decesso, in media, arriva al massimo dopo dieci minuti e dopo cinque minuti i danni cerebrali sono già irreversibili.
Ciò significa che per evitare il peggio le unità di soccorso dovrebbero arrivare sul posto in meno di trecento secondi. Tempo record che è quasi impossibile da raggiungere, soprattutto se la vittima si trova in aree periferiche o difficili da raggiungere. Ecco perché risulta fondamentale il ruolo del soccorritore occasionale e, soprattutto, dei defibrillatori. Sono dispositivi, tra l’altro, semplicissimi da usare, che grazie ad una serie di scariche effettuano la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore, consentendo di recuperare un ritmo cardiaco regolare. Mandò, che mercoledì mattina ha preso parte, a Cavriglia, ad un’iniziativa pubblica, ha ribadito la necessità di installare gli apparecchi salva vita anche nei condomini.
”Oggi – ha detto Mandò -, il 65% degli arresti cardiaci avviene all’interno delle mura domestiche e i primi minuti sono fondamentali per salvare le vite umane. Sto portando avanti, insieme ad altri, questa battaglia di sensibilizzazione e se mi seguiranno presto anche le abitazioni private avranno questi macchinari. Fin quando non vedrò un comune che redigerà un atto che rende quasi obbligatoria l’installazione di questi apparecchi nei condomini non mi fermerò”. In Valdarno uno degli ultimi casi nel quale è stata salvata una persona grazie alla presenza di un defibrillatore in un luogo pubblico, in questo caso un’azienda, si è verificato lo scorso mese di novembre a Montevarchi all’interno dell’Edilmarket.
Nicola Nava, dipendente dell’azienda, per anni volontario presso la Misericordia e Sergio Valdambrini che si trovava nel punto vendita dove è avvenuto il fatto, ha strappato alla morte Antonio Gradi, 88 anni, accasciatosi improvvisamente in arresto cardiaco. I due hanno praticato ben undici minuti di massaggio al cuore dell’anziano per permettere all’ambulanza di arrivare e di intervenire con il defibrillatore. L’uomo è stato quindi rianimato. Trasferito d’urgenza all’ospedale di Siena si è poi ripreso senza riscontrare nessuna conseguenza celebrale. Ha poi voluto ringraziare chi l’ha salvato tramite una lettera indirizzata al sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai.

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