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Reggello, in sciopero ed occupazione permanente i lavoratori del magazzino di ZARA. La multinazionale ne ha annunciato la chiusura

“Chiudono perché qui si rispettano i contratti”: dal 28 febbraio 39 persone perderanno il proprio posto di lavoro come conseguenza del progetto di chiusura imminente del magazzino di Reggello ZARA, situato in via Pian di Rona .”Non siamo di fronte a una crisi aziendale- precisa Luca Toscano del sindacato Si Cobas- ma siamo di fronte alla rapacitá di una multinazionale che tramite il sistema degli appalti al ribasso vuole risparmiare sul costo della forza lavoro e liberarsi dei lavoratori sindacalizzati. Ad aprile i lavoratori del magazzino di Reggello, per la maggior parte stranieri e dipendenti di una cooperativa, iniziavano una serie di scioperi e mobilitazioni sindacali per superare una condizione pesante di sfruttamento e caporalato: per anni – continuano i Cobas – avevano lavorato su turni massacranti per paghe misere, in violazione completa del CCNL e delle normative, e soprattutto costretti a “restituire” una parte del proprio stipendio alla cooperative che gestiva l’appalto. Una condizione di sfruttamento diffusa in moltissimi magazzini della multinazionale. Gli scioperi ottenevano a Reggello la restituzione dei soldi sottratti negli anni, l’applicazione del CCNL con il riconoscimento dei giusti livelli di inquadramento, degli scatti di anzianita’ e dei ticket mensa, oltre che turni “umani” Nient’altro che il riconoscimento dei diritti dei lavoratori”.
“Cosa ha pensato di fare quindi ZARA?- continua Luca Toscano- Spostare la merce su altri magazzini ,dove il costo del lavoro e’ piu basso e quindi i lavoratori sono senza diritti penalizzando Reggello fino a prospettarne la chiusura. I lavoratori di cui ZARA si vuole liberare sono i lavoratori che per anni ed anni si sono spaccati la schiena per pochi euro smistando la merce che, finendo nei negozi, ha reso Omancio Ortega – padrone della multinazionale – uno degli uomini piu’ricchi del mondo. Quello che sta accadendo – aggiunge Toscano –  ricorda molto il meccanismo delle delocalizzazioni che hanno portato nel terzo mondo molte attivita’ industriali. Una ‘delocalizzazione interna’ al nostro paese stavolta, resa possibile dal fatto che anche qui in Italia sono ormai una realta’ condizioni di sfruttamento vergognose che passano dal sistema delle cooperative e degli appalti al ribasso. I lavoratori di Reggello a queste condizioni si sono ribellati, portando nel magazzino una piccole rivoluzione.”I lavoratori da oggi sono in sciopero e in presidio permanente fuori dai cancelli dello stabilimento.

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