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Truffa on line, banconote false, discussioni sull’autobus. Sei denunce in Valdarno

Intensa attività da parte della Compagnia dei Carabinieri di San Giovanni Valdarno. I militari della stazione di Cavriglia, dopo una serie di indagini, hanno deferito in stato di libertà tre persone, due italiani (tra cui una donna) e un algerino, tutti residenti in provincia di Napoli. I tre hanno tratto in inganno un italiano, pensionato, residente a Cavriglia, tramite un sito internet poi rivelatosi fasullo. Avevano messo in vendita sul portale pezzi di ricambio di un auto. Il valdarnese, alla ricerca di un motore usato per la sua macchina, aveva risposto positivamente corrispondendo 900 euro ma senza ricevere nulla in cambio.
Una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile, dopo essere intervenuta in Montevarchi presso un esercizio pubblico, ha invece denunciato in stato di libertà un nigeriano di 33 anni, già conosciuto alle forze dell’ordine. Lo straniero, poco prima, era stato segnalato dal proprietario di un negozio al quale era stata consegnata una banconota da 10 euro, poi rivelatasi falsa. I Carabinieri, dopo aver identificato l’extracomunitario poco lontano dall’attività commerciale, lo hanno sottoposto a perquisizione, ritrovando la banconota contraffatta. Il denaro è stato posto sotto sequestro e lo straniero è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo.
I Carabinieri della Stazione di Montevarchi hanno infine denunciato due cittadini indiani in regola con le norme sul soggiorno. I due si trovavano a bordo di un autobus di linea urbana, quanto sono stati fermati dal controllore che ha chiesto loro il biglietto. Ne è nata una una lunga discussione nel corso della quale i due extracomunitari non hanno in alcun modo voluto consegnare i propri documenti, né rilasciare le loro generalità all’addetto ai controlli, tanto da costringere quest’ultimo a chiamare i militari della locale stazione Carabinieri.
La pattuglia, giunta sul posto, ha identificato i due indiani, che sono stati denunciati per rifiuto a fornire indicazioni sulla propria identità ed anche per interruzione di pubblico servizio, in quanto, a seguito della lite, l’autobus era rimasto fermo per una trentina di minuti.

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