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In Valdarno Aretino nel 2018 38 casi di maltrattamenti. Il 10% ha riguardato abusi sessuali

Il Codice rosa è un percorso di accoglienza al Pronto Soccorso dedicato a chi subisce violenza. Non solo donne, ma anche anziani, bambini, disabili, omosessuali e immigrati. Persone che possono trovarsi in una situazione di debolezza e vulnerabilità e i cui segni di violenza subita non sempre risultano evidenti. Ebbene, nel corso del 2018 sono stati 38 i casi segnalati in Valdarno. Pazienti che sono stati presi in cura inizialmente dagli operatori dell’ospedale di Santa Maria alla Gruccia, prima di essere accompagnati verso un servizio di natura psicologica. “Sono numeri in aumento rispetto al passato – ha precisato il direttore del Pronto Soccorso del nosocomio valdarnese Simone Nocentini -. Ma non perché sono maggiori i casi di maltrattamento, ma perché il Codice Rosa ha contribuito ad aumentare la sensibilizzazione, sia da parte delle vittime che da parte degli operatori e a fare squadra tra il personale sanitario, forze dell’ordine, associazionismo e sociale”.
Di questi 38 casi, il 10% riguarda abusi sessuali. Oltre alla violenza sessuale, i medici della Gruccia hanno registrato contusioni e comunque traumi minori , ma che sono maggiori a livello psicologico. “Per alcuni – ha aggiunto il dottor Nocentini – il nucleo interforze che agisce attraverso il Codice Rosa ha provveduto ad attivare il cosiddetto “percorso donna”, ovvero a nascondere alla famiglia la vittime, in modo da evitare il ripetersi del reato”. Il fenomeno, quindi, non è in crescita e lo ha confermato anche il dottor Mauro Mancini Proietti, dirigente del Commissariato di Polizia di Montevarchi.
“Da quello che ci risulta, confrontandoci anche con la compagnia dei Carabinieri di San Giovanni, non abbiamo indici sintomatici di casi in aumento – ha detto – . Abbiamo, questo si, verificato un incremento delle denunce, ma questo non significa che i reati siano aumentati. Significa invece che le donne cominciano a parlare. Ma la cosa ancora più importante – ha aggiunto – è che ci sono vari step da seguire e non tutti i casi possono essere aggrediti subito con una sanzione penale. Abbiamo le assistenze, abbiamo la possibilità di dialogare con i soggetti all’interno di un contesto. Spesso siamo infatti in presenza di fenomeni di carattere culturale che vanno affrontati con il dialogo, prima ancora che con risposte di carattere penale”. L’argomento è stato approfondito sabato scorso al Palazzo del Podestà di Montevarchi, nel corso di un incontro sulle violenza di genere organizzato dal Comitato 8 marzo, dai comuni di Montevarchi e San Giovanni, dalle rispettive Commissioni Pari Opportunità e dalle due sezioni soci Coop.

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