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“San Donato in Avane, il paese ritrovato”. Domenica la presentazione del libro dedicato al paese scomparso 40 anni fa

Domenica pomeriggio alle ore 16 nella Casa della Civiltà Contadina di Gaville, sarà presentato il libro “San Donato in Avane, il paese ritrovato” dedicato al villaggio fantasma scomparso circa 40 anni fa, demolito durante le escavazioni a cielo aperto della lignite.
San Donato in Avane infatti fu uno degli ultimi centri abitati evacuati e distrutti durante le escavazioni a cielo aperto della lignite tra la fine degli anni settanta e la prima metà degli anni ottanta. Si trovava quasi interamente nel territorio del Comune di Figline e Incisa Valdarno, mentre una piccola porzione era situata nel Comune di Cavriglia.
Ci sono campi coltivati, poderi, strade, case, una chiesa, una cappella, un mulino, una cooperativa, alcuni negozi. Però è scomparso tutto da almeno 35 anni. Tranne coloro che lo vissero, che lo conobbero, che lo abitarono.
É un paese che oggi rivive per la prima volta in un libro a cura di Filippo Boni e ideato da Piero Romanelli, Adelmo Brogi e Piero Secciani, tre dei suoi ex abitanti.
Il programma della giornata prevede poi anche la Santa Messa nella Pieve di San Romolo alle ore 11.30 e il pranzo presso il circolo sociale alle ore 13.
Il volume, voluto e realizzato con l’obiettivo di ricostruire una pagina da riscoprire della storia del nostro territorio, narra le vicende dell’abitato fin dalle sue origini medievali, per approfondire poi la vita, gli usi ed i costumi di tutti i giorni durante tutto il novecento, fino alla ricostruzione storica documentata dell’abbandono e della distruzione, avvenuta per l’ampliamento del bacino lignitifero tra i comuni di Cavriglia e di Figline tra il 1977 e l’85.
Di grande interesse è anche la ricostruzione iconografica, arricchita da bellissime immagini totalmente inedite provenienti da archivi privati, di tutti i poderi che componevano il territorio circostante al paese, integrati dalle splendide testimonianze di vita di tutti gli abitanti che li vissero e li abitarono.
Finalmente una pagina perduta della storia del Valdarno rivive, grazie ad un libro che restituisce dignità ad una memoria ormai cancellata.

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