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Canale Battagli: bloccata la messa in concessione. Il corso d’acqua artificiale resta al demanio

Finalmente è ufficiale: bloccata la messa in concessione del Canale Battagli. La gestione poteva finire anche in mano ai privati o ad altri enti e poteva saltare la convenzione firmata di recente tra i comuni di Montevarchi e di S. Giovanni che si sono offerti a gestire insieme al Consorzio di Bonifica il restyling del corso d’acqua artificiale.
Il Canale Battagli resta, dunque, al Demanio. Il processo di cessione introdotto con la prima variazione di bilancio 2018 sarà bloccato e il sistema idrico artificiale nato in epoca medievale per portare l’acqua nei campi e che tuttora svolge funzioni irrigue, industriali e di usi civici, verrà ricondotto alla disciplina dei consorzi di bonifica.
È quanto deciso in commissione Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Stefano Baccelli (Pd) che nella seduta di oggi, mercoledì 5 giugno, ha licenziato all’unanimità la proposta di legge che abroga l’articolo 16 della 37/2018, ossia le disposizioni per la gestione in concessione del Canale introdotte perché, almeno in un primo momento, si pensava fosse esaurita la sua originaria funzionalità demaniale.
Da una ricognizione effettuata congiuntamente dai Comuni interessati, Consorzio di Bonifica Alto Valdarno e Genio civile Valdarno Inferiore, è emerso che il ‘Berignolo’ o ‘Gora’, appellativi con sui si è soliti definire il canale, costituisce un sistema artificiale che assolve funzioni di captazione, adduzione e distribuzione delle acque utilizzate a fini agricoli o idropotabili, funzioni di scolo, di drenaggio urbano, ulteriori funzioni promiscue. È quindi venuto meno il presupposto per l’applicazione del processo previsto all’articolo 16, in quanto i ruoli che il canale assolve sono pienamente riconducibili alla disciplina dei consorzi di bonifica. In Valdarno infatti il Canale Battagli, rappresenta ancora un sistema indispensabile per garantire l’approvvigionamento idrico a tante famiglie, a decine di vivai e di imprese agricole che si sviluppano lungo il suo percorso, a garantire la tutela di centinaia di posti di lavoro, in un contesto storico ed economico sicuramente non facile. Coprotagonista dello sviluppo produttivo (la sua utenza principale è rappresentata dalla Polynt di San Giovanni V.no), è stato per anni affidato in gestione ad EAUT (Ente acque umbre toscane). Ora, scaduta la concessione, è rientrato nella disponibilità della Regione Toscana che ne ha constatato l’evidente stato di profondo degrado e l’urgente necessità di sottoporre il sistema artificiale ad una accurata manutenzione ordinaria e straordinaria.

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