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Ospedale della Gruccia. Chiassai Martini:”Trasferimento Matarrese. La Regione non intende investire sul monoblocco”

La dottoressa Daniela Matarrese lascia la direzione del presidio ospedaliero di Santa Maria alla Gruccia per motivi personali per rientrare a Firenze, dove risiede. Al suo posto dal 1 luglio arriverà il direttore sanitario Simona Dei, in attesa della conclusione delle procedure concorsuali che individuino il sostituto.
E il cambio della guardia “accresce la preoccupazione sul futuro dell’ospedale” del sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini.
“Al di là di motivazioni di carattere personale che circolano da tempo – scrive – la decisione conferma la distanza dalla classificazione di 1 livello del nostro presidio e la volontà politica della Regione di non investire sulla Gruccia lasciando il nostro ospedale privo di una figura direzionale dedicata, con tutti i rischi correlati di un lento depotenziamento. Ma il fatto più grave è che nessuna rappresentanza istituzionale o politica del territorio muova un dito per contrastare questa pericolosa deriva. Non vorrei che improvvisamente qualcuno si svegliasse troppo tardi. Mi auguro che la dottoressa Dei, professionista preparata e capace, possa svolgere un buon lavoro in Valdarno per un’inversione di rotta nell’interesse vero dei cittadini e del territorio”.
La prima cittadina ricorda di aver già perorato le istanze della vallata con la richiesta al presidente della Commissione Regionale Sanità, Stefano Scaramelli, di un incontro aperto a tutti Commissari regionali per affrontare le prospettive dell’ospedale e dei suoi servizi.
“Sono ancora in attesa di una risposta che si unisce al silenzio assordante dell’assessore Saccardi – riprende – che da più di un anno non interviene sul Valdarno. Nella seduta del Consiglio Regionale del 14 marzo 2018 è stata approvata una mozione che avrebbe dovuto prevedere, nel nuovo Piano di Sanitario e sociale integrato, significativi adeguamenti per la classificazione degli ospedali anche con misure di potenziamento sui bisogni dell’emergenza e urgenza in quei bacini di utenza ricadenti su più aree vaste. L’impegno, frutto di una proposta politicamente trasversale che riguardava anche l’ospedale del Valdarno, resta disatteso”.
Chiassai Martini sottolinea che il monoblocco “pur avendo le specializzazioni richieste per legge, resta classificato come una struttura “di base”, e non come ospedale “di primo livello”, con un bacino di utenza in crescita sull’emergenza-urgenza (40 mila accessi annui al Pronto Soccorso). Assistiamo invece al depotenziamento dei servizi: l’Anatomia Patologica chiusa definitivamente e trasferita al San Donato di Arezzo, la cronica carenza di personale rilevata in quasi tutti i reparti, il trasferimento del centralino di reperibilità interna sempre su Arezzo, il taglio del servizio di portierato, l’assenza di manutenzione alla struttura che ne favorisce il degrado. A questo si aggiunge il possibile trasferimento del trasporto “neo-natale” dal Mayer a Siena, con evidenti allungamenti dei tempi di percorrenza. Nessuno risponde o vuole rispondere sul futuro della sanità in Valdarno. Per questo motivo, se dalla Regione e dalla Conferenza dei Sindaci non giungeranno interventi adeguati – conclude – non escludo di ricorrere a una mobilitazione dei cittadini in difesa del nostro ospedale e del diritto di cura sul territorio”

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