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Un anno fa il drammatico annuncio: “Chiude la Bekaert”. 12 mesi di speranza, ma ancora non ci sono certezze

E’ passato un anno esatto da una delle pagine più nere della storia recente del territorio. Era il 22 giugno del 2018. Una giornata drammatica per il Valdarno, ma soprattutto per le 318 famiglie dei lavoratori della Bekaert di Figline. Un giorno nel quale fu inferto un duro colpo al mondo produttivo della vallata. Senza tanti giri di parole, la multinazionale Bekaert, proprietaria dell’importante azienda figlinese, annunciò ai dipendenti che avrebbe chiuso il sito produttivo di via Petrarca. In un attimo questa decisione cambiò la vita a 318 lavoratori e alle loro famiglie. Sono trascorsi quasi dodici mesi e la preoccupazione è ancora tanta. “Oggi sulla Bekaert ci sono ancora tante incertezze e la necessità di trovare un percorso chiaro per la reindustrializzazione- ha detto nei giorni scorsi la sindaca di Figline Incisa Giulia Mugnai -. La cassa integrazione è stata reintrodotta (e di questo ringraziamo il Governo), ma terminerà a dicembre e se non arriveranno nuovi compratori sarà un gran problema”.
I sindacati, ovviamente, seguono la vicenda costantemente e giorno dopo giorno. Il 3 maggio scorso è stato costituito un Comitato promotore formato da un primo gruppo di lavoratori Bekaert, che ha dato mandato a Legacoop Toscana di accompagnarli nel percorso di verifica di fattibilità della costituzione di una cooperativa. Progetto che ha trovato il pieno appoggio della Fiom Cgil, mentre la Fim Cisl segue altre direzioni, chiedendo un piano industriale forte ed un confronto con chi è interessato a rilanciare il sito produttivo. Come ha ricordato di recente Alessandro Beccastrini, la Cisl vuole un progetto che tenga conto del fatto che chi viene a Figline si deve confrontare con un costo della materia prima, la vergella, molto alto e quindi deve essere un imprenditore dell’acciaio o avere una joint-venture con qualcuno che fa acciaio. Ad oggi la situazione non si è però sbloccata e i lavoratori della storica azienda figlinese passeranno un’altra estate in apprensione.

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