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Guardia di Finanza: falsi contratti di lavoro per ottenere permessi di soggiorno e indennità. Oltre 100 denunciati

Figuravano come collaboratori domestici, ma in realtà i contratti, stipulati da persone che non avevano nè la necessità nè le risorse economiche per assumerli, erano un escamotage per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno e rimanere in Italia, maturando anche i diritti per gli aiuti statali.
Dietro queste pratiche un’organizzazione composta da stranieri, extracomunitari e non solo, scoperta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di San Giovanni in collaborazione con il personale di Inps, Ispettorato del Lavoro e gli agenti della Questura di Arezzo.
L’operazione Ariel è riuscita a sollevare il velo su una rete di personaggi che, avvalendosi anche della consulenza dell’impiegato di un patronato, aveva ottenuto il rinnovo di 126 permessi di soggiorno, l’indebita percezione di Prestazioni Sociali Agevolate per persone in condizione economica e sociale svantaggiata per circa 150.000 euro già erogati, e per le quali sono stati attivate le procedure di recupero delle somme.
Non solo, perchè altri avevano richiesto più di 50.000 euro di ASPI, l’indennità di disoccupazione, per la quale si è provveduto a bloccare la concessione ed erogazione.
Le indagini hanno consentito anche di riscontrare e segnalare l’irreperibilità di 44 stranieri residenti o domiciliati solo per finta nella provincia di Arezzo, facendo emergere anche contratti di affitto in nero. Nel corso dei controlli, anche domiciliari, sono stati scoperti inoltre una dipendente in piena attività lavorativa sebbene fosse già al 7° mese di gravidanza e 6 extracomunitari impiegati in nero in altrettante ditte, recuperando, così, contributi per un importo di oltre 50.000 euro.
Nel complesso, sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria oltre 100 persone, responsabili, a vario titolo, dei reati di “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”, “errore determinato dall’altrui inganno” e di “truffa ai danni dello Stato”. Tra questi anche il dipendente del patronato aretino coinvolto nella vicenda.

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