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Modalità di vestizione dei dipendenti Coop. Il Sindaco di Montevarchi interpella di nuovo la Asl

Nel corso dell’ultimo consiglio comunale di Montevarchi è stata approvata all’unanimità una risoluzione a seguito dell’’esposto presentato da 43 lavoratori Coop.Fi sulle modalità di vestizione nel luogo di lavoro. Il documento impegna il Sindaco e la Giunta “a porre in essere tutte le azioni necessarie per la salvaguardia e la tutela dell’igiene e della salute pubblica dei cittadini stimolando la ASL ad un parere più cogente rispetto alla questione”. Il Sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini, dopo una prima richiesta di chiarimento che era già fatta nel luglio scorso, è quindi tornata ad interpellare la Asl Toscana Sud Est.
“Nel rispetto del mandato unanime ricevuto dal Consiglio comunale – ha affermato il Sindaco – mi sono rivolta nuovamente alla Asl per chiedere una specifica attestazione di conformità igienico-sanitaria sulle modalità di vestizione e svestizione dei lavoratori Coop .fi. In particolare sul percorso svolto dal dipendente che può giungere al negozio di Montevarchi con già indosso la divisa messa da casa o da altro luogo”.
La Chiassai ha chiesto che la Asl garantisca esplicitamente che, con questa pratica, non si incorre in alcun rischio di contaminazione o di pericolo per la salute pubblica. Nell’ultimo consiglio comunale si è parlato, in particolare, delle modifiche regolamentari introdotte, lo scorso 15 marzo, dalla Cooperativa che non obbligherebbe più il dipendente a cambiarsi all’interno degli spogliatoi e lasciando la responsabilità alla libera scelta del personale su come e quando vestire gli indumenti che gli serviranno per lavorare.
“Anche il parlamentino cittadino ha espresso molta preoccupazione per le nuove disposizioni, che risulterebbero in contraddizione con quelle passate, senza più l’obbligo di indossare gli indumenti in luogo protetto secondo il vigente protocollo Haccp e nel rispetto di idonee condizioni igienico-sanitarie – ha aggiunto la Chiassai -. Da Sindaco di Montevarchi avevo già richiesto una valutazione alla Asl Toscana sud Est sull’attività di vestizione e di svestizione, che resta propedeutica ad una prestazione lavorativa strettamente legata anche alla salvaguardia dell’igiene pubblica e alla tutela sanitaria dei cittadini, che sono in questo caso consumatori”.
“La risposta ricevuta dalla Asl, pur nella attestazione di conformità e di adeguatezza per le procedure adottate da Unicoop sulla gestione degli indumenti da lavoro – ha detto ancora il sindaco – , è apparsa al Consiglio comunale non specifica sul caso, in quanto è stato soltanto ribadito che gli operatori alimentari devono avere indumenti puliti da indossare all’interno degli spogliatoi, ma non pare esprimersi sulla pratica permessa dal Regolamento di uno scambio continuo delle divise con ambienti estranei, in cui possono essere presenti fattori di contaminazione che possono eventualmente “trasmigrare” negli alimenti. Mi auguro che al più presto – ha concluso la Chiassai – che venga fatta chiarezza su questa vicenda, nel solo interesse generale della tutela dei cittadini, ma anche degli stessi lavoratori che devono svolgere le loro mansioni nella massima tranquillità”.

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