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Caso Mochi: Una delle madri chiamate in causa risponde a Perferi: “Ecco cosa fa una casalinga di Voghera…”

Ha provocato un vero e proprio polverone di polemiche la lettera aperta che ha scritto l’ex insegnante del Mochi ed ex assessore Antonio Perferi in merito alla vicenda del Mochi e a stretto giro di posta è arrivata anche la risposta di una delle “stimate casalinghe di Voghera” chiamate in causa da Perferi, Edy Maria Pulcini (nella foto in alto).
“Gentile Professore – ha scritto – . Sono una di quelle mamme da lei simpaticamente definite “casalinghe di Voghera”, orgogliosa portatrice di un tale epiteto che potremmo pure definire sessista. Ma non voglio che sia questo l’oggetto del mio incedere dialettico stasera. Vorrei invece che Lei, conoscitore profondo a suo dire della realtà scolastica ed io, persona educata, le credo, fosse anche reso edotto di ciò che una casalinga di Voghera fa nella sua giornata tipo”.
“Inizierò descrivendole la mia situazione, che poi è normalissima: sono sola con due figli piccoli da crescere perchè mio marito è morto qualche anno fa, lavoro come molte madri tutto il giorno e mi occupo di tante cose la sera e la notte come corollario alla mia esistenza. Ho una laurea nel cassetto – ha aggiunto la donna – e tante esperienze di vita, le più varie. Sono impegnata in numerose attività del mio paese, conosco molto molto bene il mio territorio e la mia gente e li amo profondamente. Ho a cuore il benessere e la serenità dei miei figli e dei più deboli, avendo vissuto la malattia nel profondo delle sue trame con tutto ciò che implica dal punto di vista personale, familiare e sociale”.
Non devo certo le mie scuse a lei se ho urlato il mio dissenso per una decisione che non condivido nel merito in maniera a tratti poco garbata – ha proseguito Edy Pulcini -. Chi mi conosce sa che se la mia reazione è stata così forte, dovevo essere spinta da una motivazione ancor più grande. Chiedo scusa invece ai miei figli che ho trascurato in questi giorni per promuovere quello che io credo sia per loro un bene, chiedo scusa ai miei genitori che ho sobbarcato di lavoro, lasciando loro i ragazzi mentre io andavo alle riunioni del Consiglio di Istituto o scrivevo comunicati vari, chiedo scusa ai colleghi genitori che ho bistrattato per aprire i loro occhi, chiedo scusa alle casalinghe di Voghera che sono state portate a paragone negativo con me da una persona così autorevole come Lei”.
“Anzi – ha continuato la madre – mi permetto di rassicurarle: non fumo, non mi drogo, non sono dedita al traffico d’armi, sono una persona onesta, a volte troppo diretta, cucino, stiro e pulisco (udite udite!) pure il bagno, dividendo il mio pomeriggio fra i vari impegni dei miei figli. Non sono certo il tipo che ama dare lezioni di vita, ma nemmeno le accetto passivamente da chi non sa nulla di me. Esiste la libertà di espressione… Che in fondo sto usando anche io adesso seppur, a differenza sua, in maniera rispettosa di una visione diversa dalla mia. Come vede le casalinghe di Voghera sono un universo poliedrico molto lontano dalle scimmie urlatrici che lei sottintende”.
“Aggiungo solo come chiosa finale – ha concluso la Pulcini – che le lenzuola erano tutte pulite e perfettamente stirate, abbiamo scartato quelle rammendate per un sano senso di pudore. L’hanno chiamata la protesta delle lenzuola, lei può definirla come vuole: non ci sono offese, solo liberi pensieri scritti su tessuto.
La saluto cordialmente, augurandomi di poterla un giorno conoscere personalmente. Preferisco il confronto diretto a quello virtuale e sarà per me un piacere rassicurarla sulla capacità di una casalinga di Voghera di intendere cosa voglia dire scuola, benessere ed interesse dei bambini, di un territorio e di una comunità”.

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