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Il Comitato pendolari afferma : “la Regione pensa all’Alta Velocità e non ai viaggiatori valdarnesi”

“Evidentemente, la Regione ha avuto cose più importanti su cui lavorare, e ha dato la precedenza alle nuove Frecce AV da e per Arezzo, invece che ai treni regionali del Valdarno! Se aspettiamo ancora un poco qualsiasi decisione di modifica di orari sarà tardiva per applicarla a dicembre, col nuovo orario invernale, ma finirà a giugno dell’anno prossimo con l’orario estivo… e i pendolari del Valdarno sono stanchi di aspettare!”: questo il commento del portavoce del Comitato Pendolari Valdarnesi Maurizio Da Re sull’annuncio arrivato ieri dall’ente toscano sui Frecciarossa che da e per Milano faranno nuovamente tappa ad Arezzo.

Un’annuncio che arriva quasi in concomitanza con la risposta che la Regione ha inviato ai pendolari ad una missiva presentata a giugno e nella quale si chiedevano delucidazioni sugli orari e sull’aggiunta di carrozze ai  Vivalto.

” E’ evidente che la risposta definitiva non è stata data perché l’istruttoria e il necessario confronto con i gestori è ancora oggi in corso- si legge nella lettera di risposta i pendolari dell’assessore Ceccarelli- non dobbiamo mai dimenticare che ogni intervento sull’orario di un singolo treno ha ripercussioni sul complesso del servizio, soprattutto in una linea ad elevatissima frequentazione qual è quella aretina. Proprio in questi giorni stiamo cercando di chiudere con Trenitalia e Rfi la riflessione aperta da mesi, per capire quali delle richieste che ci sono state fatte sono recepibili. Dovete pazientare ancora un poco e poi saremo precisi nella risposta.”

“Di certo, sappiamo fino da ora che non sarà possibile aggiungere una ottava carrozza al Vivalto da 7 carrozze già oggi attivo sulla linea aretina. La richiesta non può essere accolta perché la verifica fatta con Trenitalia ci porta a concludere che non è ipotizzabile un treno ad 8 carrozze, con doppia locomotiva, che gira solo su se stesso, non potendo andare su altre linee in quanto troppo lungo. E’ evidente che nell’orario in cui circola il 6604 c’è un picco di utenza, che in quella fascia oraria è tipico di ogni forma di trasporto pubblico, che purtroppo costringe una parte degli utenti a stare in piedi. Accade in tutte le aree urbane del mondo, sui bus, nelle tramvie e – purtroppo – anche sui treni.”

Una risposta che non è piaciuta ai pendolari : “Sono sconcertato e deluso- ha commentato Da Re- non bastano 4 mesi per decidere minimi ritocchi agli orari dei treni per modificare di pochi minuti gli arrivi o partenze di treni fondamentali  così da permettere coincidenze ed evitare disservizi?”

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