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Cavriglia piange Piero Grandi. Viveva con la sua roulotte sulle sponde del lago di San Cipriano. Salvò un turista tedesco

Era un personaggio unico Piero Grandi. Dopo un’esistenza piena di avventure, aveva deciso di vivere in solitaria, con il suo cane e la sua roulotte parcheggiata sulle sponde del lago di San Cipriano, un territorio che conosceva palmo a palmo. Nel 2000 aveva salvato da morte certa un turista tedesco che stava annegando nelle acque del lago, rischiando, a sua volta, di rimetterci la pelle. Un eroe del nostro tempo, come è stato definito, che ci ha lasciato nelle ultime ore. E il comune di Cavriglia ha voluto celebrarlo con uno splendido ricordo e un’immagine indelebile. La sua roulotte sulle sponde del lago. “Piero Grandi era là – si legge nella nota ufficiale – , con il suo mezzo sconquassato, i suoi quattro oggetti, la sua giacca sdrucita, i suoi capelli spettinati dal vento. Non era un uomo del lago, ma era parte integrante del suo paesaggio e dei suoi colori. Poche parole, di un custode povero solo all’apparenza e soprattutto gentile, che conosceva questo fazzoletto di mondo palmo a palmo, pianta a pianta, filo d’erba per filo d’erba, insetto per insetto, pesce per pesce, fiore per fiore”. Piero viveva qui per scelta da quasi quarant’anni. Senza chiedere mai nulla a nessuno, era amato da tutti e la gente apprezzava la sua semplicità e il suo altruismo. ” Circa quindici anni fa – ricordano in comune a Cavriglia – , un turista tedesco si gettò in acqua per fare un bagno in piena estate, ma non sapendo nuotare, si rese conto che il lago era beffardo e rischiò di annegare. Piero lo vide da lontano e senza battere ciglio, rimase in mutande e nuotò a perdifiato per recuperarlo. Gli salvò la vita rischiando di perdere la sua, cosi gracile e cagionevole”. Insomma, un eroe del nostro tempo.  Nell’ultimo anno Piero ha avuto non pochi problemi di salute e l’amministrazione comunale di Cavriglia l’ha aiutato, non solo economicamente. “Purtroppo – hanno aggiunto dal palazzo municipale – non è bastata l’attenta e precisa assistenza sociale, non sono bastati i trasporti, non sono bastate le cure, non è bastato l’istituto di Arezzo che lo accudiva, non è bastato nulla. Piero si è spento sabato mattina in silenzio, in un letto bianco di corsia, ad Arezzo. E stamani tra la nebbia e il sole di metà novembre, lungo le sponde del lago a San Cipriano, sono rimaste le impronte della sua ultima passeggiata. Resteranno indelebili”. Infine l’ultimo saluto della comunità cavrigliese. ” Ciao Piero, eroe debole, mite e silenzioso del nostro tempo, quel lago non sarà più lo stesso, ma la nostra gente non ti dimenticherà. La tua povertà è stata la tua più grande ricchezza”.

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