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Sciolta definitivamente l’Unione dei Comuni tra Cavriglia e San Giovanni. Stamani l’atto conclusivo. La minoranza. “Adesso scegliamo il futuro”

A Cavriglia l’atto di scioglimento era stato approvato all’unanimità. Stessa cosa è accaduta questa mattina a San Giovanni, segno che l’Unione dei Comuni era ormai più morta che viva e non c’è alcuna nostalgia dei tempi passati. Questo, almeno, quanto emerso questo lunedì alla Sala della Musica di piazza della Libertà, dove si è tenuto il consiglio comunale di San Giovanni Valdarno. La delibera di scioglimento dell’organismo sovracomunale è passata cool il voto convinto di tutti i consiglieri, che hanno messo definitivamente in soffitta un’esperienza negativa da quasi tutti i punti di vista. Non è mancata, ovviamente, una discussione in merito e dopo l’uscita, sabato scorso, del gruppo Cresce San Giovanni, è stato il gruppo consiliare “Per un’altra San Giovanni” a ricordare il percorso accidentato dell’Unione e, soprattutto, il no convinto con il quale Martellini e Pia avevano accompagnato l’avvio dell’organismo. ” Evidentemente, se non alziamo ora la voce è perchè l’abbiamo persa prima, avendo gridato fin troppo prima dell’approvazione dell’ente sovracomunale”, ha detto la forza di minoranza, che ha ricordato i motivi per i quali, anche allora, votò contro all’attivazione della sinergia con Cavriglia. Innanzitutto l’Unione dei Comuni non avrebbe portato alcuna economia di scala e quindi alcun vantaggio per i cittadini. Inoltre era una scelta di natura politica, attuata senza alcun percorso partecipativo e, per giunta, a meno di dieci mesi dalle elezioni. “E infatti le due amministrazioni – ha proseguito il gruppo di opposizione – , hanno contribuito al naufragio dell’ente”. A questo punto, però, bisogna guardare oltre e per Pia e Martellini l’amministrazione comunale di San Giovanni dovrà agire con grande lungimiranza, anche perchè San Giovanni non può continuare a vivere di luce propria spremendo all’infinito le risorse del proprio limitato territorio. “Se uno pensa questo – hanno aggiunto i due consiglieri – non si rende conto dove vive. Basti pensare, ad esempio, che la base imponibile della Tasi di San Giovanni è circa la metà del vecchio comune di Figline e un terzo del comune di Montevarchi. Questa è la sfida che lanciamo alla città e a tutte le forze politiche che siedono in consiglio comunale. Il tempo che abbiamo perso è tanto. Ora dobbiamo scegliere il nostro futuro”.

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