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Ludopatia. I numeri del Sert emersi ieri sera durante il convegno “Valdarno No-Slot”. Qualcuno a rischio suicidio

E’ stato un incontro non fine a se stesso quello organizzato ieri sera al Centro di Geotecnologie di San Giovanni dal gruppo “Valdarno No-Slot”. Un incontro che è servito non solo per approfondire le tematiche legate al gioco d’azzardo, ma anche per fornire numeri e cifre sul fenomeno, grazie alle responsabili del Sert e per indicare possibili vie d’uscita. Del resto il gruppo di lavoro costituito in queste settimane punta a mobilitare anche i consigli comunali del Valdarno, Aretino e Fiorentino, chiamati a mettere in campo iniziative che scoraggino un fenomeno purtroppo in ascesa che rischia di mandare sul lastrico sempre più famiglie. Interessante la relazione di Donatella Bonechi del Sert del Valdarno Aretino. Il problema è esploso in maniera decisa nel 2007 e l’anno successivo sono stati costituiti due gruppi terapeutici multifamiliari. Ad oggi, sono in cura 130 persone, tra cui 101 maschi e 29 femmine. Generalmente ci si rivolge alla struttura quando la situazione debitoria è esplosiva e sono i familiari della vittima a farsi avanti direttamente. La fascia di età maggiormente interessata va dai 38 ai 50 anni. il 71% gioca alle slot, mentre si diletta al lotto il 13%. Il livello di istruzione, in percentuale, più riscontrato è quello legato alla licenza media inferiore. Il 63% delle persone in cura al Sert è coniugato, mentre il 50% ha un’occupazione stabile. Per quanto riguarda le provenienze, la fanno da padrone i comuni più popolosi: il 29% arriva da Montevarchi, il 18% San Giovanni e il 18% da Terranuova. “Alcuni  dei nostri pazienti – ha detto la Bonechi – ha pensato anche al suicidio”. Anche la dottoressa Anna Domenichelli, in rappresentanza della Asl 8, ha sottolineato la pericolosità di quella che ha definito una malattia cronica. “Una delle azioni che dobbiamo mettere in campo – ha detto – è quello della ricerca, coinvolgendo maggiormente il medico di medicina generale, che deve essere attivato in un percorso psicologico di riabilitazione”. Presenti al convegno anche vittime illustri del gioco d’azzardo, come il cantautore Pupo, in arte Enzo Ghinazzi, che ha raccontato la sua drammatica esperienza. “Ma io – ha detto – sono l’esempio vivente di come se ne può uscire da questo tunnel, anche grazie alla famiglia”. Tra i relatori anche il Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Figline Luca Mercadante e il dirigente del Commissariato di Polizia di Montevarchi Mancini Proietti che hanno affrontato il fenomeno dal loro punto di osservazione e in base alle loro esperienze. E’stato tra l’altro sottolineato che in Valdarno non ci sono penetrazioni della criminalità organizzata legata al gioco d’azzardo, come avviene in altre aree del paese. Entrambi hanno ribadito l’assoluta volontà di rafforzare la collaborazione con il Sert e con i comuni per combattere quella che sta diventando una vera e propria piaga sociale.

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