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Undici anni senza Arduino. San Giovanni e la Sangiovannese ricordano il grande Casprini, il Presidentissimo

Insieme a Ivo Giorgi è stato il più grande presidente della storia della Sangiovannese. Non solo per i numeri che hanno accompagnato la sua gestione, ma anche per lo straordinario rapporto con la città, per il prestigio della sua figura, per la signorilità che contraddistingueva i suoi gesti. Era capace, a pranzo, di sedersi a tavola insieme a Marco Tronchetti Provera e poche ore dopo cenare insieme ai tifosi mantenendo lo stesso modo di fare, anche se con interlocutori diversi. Era Arduino. Per questo la gente lo amava. La sua semplicità si confondeva mirabilmente con la sua potenza economica che ne aveva fatto uno degli imprenditori più importanti della Toscana, con interessi in molteplici settori che muovevano giri d’affari di svariate decine di milioni di euro. Il “Presidentissimo Casprini”, così lo chiamavano i tifosi, morì un pomeriggio del 26 dicembre 2004 a poche centinaia di metri dalla sua fabbrica, al Cetinale, al confine tra San Giovanni e Cavriglia. Come spesso faceva, aveva trascorso il giorno di Santo Stefano in azienda perchè doveva preparare un lungo viaggio in Cina. Quel viaggio si è interrotto bruscamente attorno alle 19.30, quando la sua fiammante Mercedes si schiantò lungo la provinciale che collega l’area industriale di Cavriglia con il Porcellino. Sono passati undici anni da quello che molti, giustamente, definiscono uno dei momenti più tristi della storia di San Giovanni. Casprini aveva portato la Sangiovannese a vette altissime e quella stagione, probabilmente, sarebbe riuscito a coronare il suo sogno. La serie B. Un sogno che Casprini rivelò al sottoscritto qualche giorno prima della morte, in occasione dei classici auguri natalizi, ma di cui parlò anche con i dirigenti di allora e soprattutto con Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, che quell’anno sedeva sulla panchina azzurra. “Se Casprini non fosse morto, la Sangiovannese sarebbe andata in serie B”, ci ha detto proprio Sarri alcuni mesi fa durante un incontro pubblico. Del resto la sua ambizione era smisurata e lui, da grande imprenditore e da grande uomo di calcio, voleva lasciare un segno. L’ha lasciato comunque perchè, dopo la sua scomparsa, niente è stato più come prima. Ancora oggi la tifoseria lo ricorda con affetto e nostalgia, consapevole, che probabilmente, un altro Casprini non ci sarà più. Ma anche noi vogliamo ricordarlo con una frase, ad effetto, che fu incisa su una cornice fotografica che immortalava il momento più esaltante della gestione Casprini, la vittoria ai play off con il Gualdo e la promozione in C1. “Le grandi gioie durano una vita. I grandi uomini vivono per sempre”.

 

Marco Corsi

 

Foto tratta dal portale www.valdarnopost.it

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