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Pendolari sul piede di guerra. Da Re. “La sperimentazione non serve a niente. Anzi, crea ulteriori disagi”

“Una forzatura pericolosa e una prova di forza inaccettabile”. Nonostante il periodo natalizio rappresenti, da sempre, un momento di “tregua”per le polemiche, il Comitato Pendolari Valdarno Direttissima è sceso di nuovo campo per tracciare un primo bilancio della sperimentazione sulla linea Lenta del treno 2317. Provvedimento, questo, voluto da Trenitalia e Rfi e concesso dalla Regione Toscana. Prevede lo spostamento dalla Direttissima del treno interregionale Firenze-Roma e il conseguente allungamento della tratta sulla linea storica, che passa per Pontassieve. Il portavoce dell’associazione, Maurizio Da Re, martedì scorso ha verificato di persona il funzionamento del servizio. Lunedì il convoglio in transito sulla Lenta ha avuto 6 minuti di ritardo all’arrivo nel Valdarno, mentre il giorno successivo solo 1 minuto a Figline e 2 minuti a S.Giovanni e a Montevarchi. Il suo giudizio, quindi, è netto. La sperimentazione è assurda e coinvolge, per giunta, un treno serale, il 2317, abbastanza tranquillo, spesso puntuale e fuori dagli orari di punta. “I pendolari, che lo usano – ha aggiunto – non avevano alcun bisogno di questo provvedimento e dei possibili ritardi. I mezzi che sfrecciano sulla Direttissima hanno orari e tempi di percorrenza allungati di almeno 5 minuti, e quindi i ritardi del 2317 per la sperimentazione vanno sommati e considerati in più, a danno del pendolare”. Insomma, una bocciatura su tutta le linea. Da Re ha calcolato che, alla fine, fra sperimentazione e tempi allungati di percorrenza, i ritardi medi saranno di circa dieci minuti. “Tempo che ogni giorno viene rubato al pendolare nel viaggio di ritorno in Valdarno – ha tuonato il presidente del Comitato – , quando invece Ferrovie investe centinaia e centinaia di milioni di euro nell’acquisto di nuove Freccerosse sempre più veloci e nella realizzazione del tunnel di Firenze, per far risparmiare tempo al cliente dell’Alta Velocità”. Secondo il numero uno dell’associazione dei viaggiatori, ci sarebbero state anche pericolose forzature effettuate durante questo periodo di prova. Il convoglio avrebbe infatti chiuso le porte in anticipo sia alla partenza a Santa Maria Novella, che a Figline, “dove addirittura non hanno fatto in tempo a salire alcuni pendolari. Inoltre – ha continuato – il treno è andato a tutta velocità nell’attraversamento delle stazioni, specialmente a Pontassieve, incurante di possibili spostamenti d’aria e di eventuali situazioni di rischio per le persone presenti sui marciapiedi delle stazioni. La sperimentazione – ha concluso da Re – è quindi inaccettabile per i pendolari , perché Trenitalia e Rfi devono dimostrare, a tutti i costi e in qualsiasi modo, che l’allungamento della tratta si può fare, limitando i ritardi con il treno statisticamente puntuale”.

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