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Si apre una nuova era per il Parco di Cavriglia. Il vice sindaco Filippo Boni illustra la nuova funzionalità del polmone verde

Il Parco di Cavriglia non chiude, ma si rilancia, adeguandosi alle nuove esigenze. IL vice sindaco del comune delle miniere Filippo Boni ha voluto fare chiarezza sul futuro del polmone verde di Caiano, alle prese, in questi giorni, con un tam tam mediatico anche nazionale. Quando nacque, questo angolo di paradiso aveva una funzione che, con il passare degli anni, è mutata. “Abbiamo così deciso di voltare pagina una volta per tutte – ha detto Boni – . In sinergia con le associazioni animaliste, in primis la Leal, abbiamo avviato a partire dallo scorso 2014 un progetto che prevede il risanamento di tutta l’area verde, a partire però dal ricollocamento degli animali, che comunque fino ad oggi, sono stati nutriti ed assistiti con grandissima attenzione e con la massima cura”. La funzionalità attuale del parco e le sue strutture non consentono alle creature ancora ospitate di vivere in un habitat naturale e per alcune specie è iniziata la “caccia” a nuovi luoghi nei quali vivere, nutrirsi e riprodursi. Dallo scorso anno è quindi iniziato un lento ma progressivo spostamento di alcuni animali verso parchi naturali dove gli animali scorrazzano in libertà ed hanno continua assistenza. I macachi giapponesi saranno trasferiti in un parco belga, ma prima bisognerà trovare le risorse necessarie, circa 12.000 euro. Per quanto riguarda invece l’orso e il bisonte, viste le dimensioni, le condizioni di salute e l’età, gli esperti hanno convenuto che non fosse ottimale la scelta di trasferirli altrove. Continueranno quindi ad “abitare” a Caiano. Il nostro obiettivo non è assolutamente dunque, quello di chiudere il Parco di Cavriglia, ma al contrario quello di riqualificarlo e di rilanciarlo secondo nuove sensibilità nei riguardi sia della natura che degli animali – ha concluso il vice sindaco – . Se è vero che proprio da qui oltre quarant’anni fa partì un nuovo modello di gestione di un Parco Naturale Pubblico italiano, è altrettanto vero che oggi è venuto il momento di voltare pagina e di guardare al Parco come ad una nuova risorsa per la nostra comunità, per la nostra gente e per il turismo”.

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